L’EXPORT IN ITALIA

L’export è da sempre un fattore decisivo per il successo di un’attività commerciale, soprattutto se parliamo di settori produttivi come ad esempio l’agro-alimentante e la vini-viticultura. Da questo punto di vista, in Italia le aziende dimostrano di sapere il fatto loro: stando alle ricerche condotte da Uiv e Ismea, infatti, il nostro Paese è schizzato in cima alla classifica dei produttori ed esportatori mondiali di vino, sfruttando ovviamente la qualità dei propri prodotti e l’apprezzatissimo marchio made in Italy. Ma questo successo non sarebbe stato possibile senza una particolare attenzione rivolta al potenziamento della supply chain, dunque di tutte quelle attività che trovano una loro collocazione all’interno della catena di distribuzione.

Efficienza e prestazioni: ecco il Supply Chain Management

La gestione della catena di distribuzione, da sola, è in grado di stabilire il successo o il fallimento di un’azienda. Il motivo è dovuto al fatto che è proprio all’interno di queste fasi che viene generato un valore, senza per questo eccedere con le spese o rallentare i processi aziendali, ovvero risparmiando anche sul tempo. Per questa ragione, le priorità in merito alla supply chain sono due: controllo delle fasi ed efficienza. Da questo punto di vista, il supply chain management (o SCM) viene connotata da una tendenza verso l’innovazione, la collaborazione ed il progresso, con il supporto delle nuove tecnologie e la collaborazione sinergica fra i vari attori della catena, ognuno dei quali deve agire e lavorare in armonia con gli altri. Lo scopo è evitare che la supply chain possa incepparsi, proprio come farebbe una catena di bicicletta non oliata a dovere.

Supply Chain Management: alcuni esempi pratici

Esistono diverse strategie collaborative che possono essere adottate per fluidificare la supply chain e per abbattere costi, tempi e difficoltà. Un esempio fattivo di quanto detto in precedenza è il consignment stock, ovvero un contratto che regola lo scambio internazionale di beni fra venditore ed acquirente, attraverso il passaggio al magazzino di quest’ultimo. Tale pratica differisce dalle altre per via di un contratto che stabilisce il passaggio di proprietà non al momento dell’arrivo nel magazzino del cliente, ma solo nel momento dell’effettivo ritiro della merce. In questo modo si abbattono i costi relativi allo stoccaggio e al fisco, ed il bilancio aziendale può essere redatto in modo più agile.

Altre soluzioni di gestione collaborativa

Esistono poi altre soluzioni di gestione collaborativa, come ad esempio il Vendor Managed Inventory (VMI): un vero e proprio software che tiene traccia del prelievo di merce dell’acquirente dal magazzino, e che permette al fornitore di gestire in totale autonomia gli stock. Il Collaborative Planning, Forecasting & Replacement (CPFR), invece, è un software avanzato che permette al cliente e al fornitore di pianificare gli stock su medio-lungo termine, così da evitare pericolosi imprevisti. Grazie a questi strumenti altamente tecnologici, la gestione della supply chain diventa maggiormente collaborativa, con risultati che alle volte possono davvero fare grande differenza.

 

 

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