L’EUROPA PARALIZZA L’AGRICOLTURA DEL MEZZOGIORNO

L’accordo siglato ieri tra l’Unione Europea e il Marocco ha fatto discutere e non poco. Incentivare gli scambi con altri Paesi senza favorire il nostro ha causato il dissenso degli agricoltori del mezzogiorno.

 

In tal senso si è espresso, in una nota, anche Enzo Cilia, vice sindaco di Vittoria, una delle città che fa dell’agricoltura il punto cardine della propria economia. “É proprio vero, la Sicilia e la nostra provincia sono sotto la morsa di una crisi senza precedenti – scrive Cilia – l’agricoltura è al collasso, il turismo non decolla, le strade sono mulattiere, i giovani riprendono la strada dell’emigrazione e la comunità europea liberalizza il commercio di prodotti agricoli e di pesca con il Marocco  assestando il colpo di grazia all’agricoltura in generale e a quella della fascia trasformata, che va da Pachino e Vittoria a Gela e Licata,  in particolare”.

 

“La verità è che non c’è mai stato un vero progetto agricolo e agroalimentare nel nostro Paese, le istituzioni locali, regionali, nazionali ed europee, si sono limitate a gestire, di volta in volta, in modo notarile, interventi tradizionali di emergenza, sponsorizzazioni rituali di diverse sagre, programmi inconcludenti di valorizzazione dei prodotti tipici e iniziative sostanzialmente propagandistiche ed elettoralistiche. Perciò le istituzioni europee nonostante le deboli proteste del governo nazionale si permettono il lusso di fare orecchie di mercante e di lasciare inascoltato il grido di dolore di un territorio” continua il vice sindaco di Vittoria.

 

“Nessun nodo strutturale è stato realmente affrontato. La serricoltura sta rapidamente morendo, centinaia di imprese agricole falliscono e chiudono e nessuno ha mosso un dito, a parte le battaglie portate avanti da alcune organizzazioni di categoria – accusa Enzo Cilia – L’unica politica portata avanti dai governanti è stata quella  di tirare la volata alle grandi imprese che hanno deciso di de-localizzare le produzioni, dopo l’accordo con l’Egitto ora è la volta del Marocco e così via”.

 

“Siamo in presenza di una totale assenza di leggi sul credito agevolato alle piccole imprese contadine, del mancato potenziamento e riqualificazione delle strutture mercantili, ancora aspettiamo l’istituzione dei Distretti Agroalimentari di Qualità, il sostegno alla Filiera Corta, senza parlare della ricerca e della formazione che, nella competizione basata sulla qualità del prodotto e sull’innovazione, rivestono un particolare valore strategico;  – rilancia Cilia – la grande realtà della serricoltura iblea, con prodotti orticoli e floricoli di grande valore, per esempio merita ed esige in tempi rapidissimi un Centro di Ricerca, altamente qualificato, capace di sostenere e orientare il processo già in atto di riconversione qualitativa e di innovazione competitiva delle aziende serricole; occorre conoscere ed analizzare la concorrenza straniera per consentire la costruzione di strategie mirate, valorizzando le peculiarità dei territori e cogliendo opportunità di mercato”.

 

Allora il suggerimento del vice sindaco di Vittoria è ben chiaro: “Suggerire  orientamenti produttivi in funzione delle dinamiche commerciali e produttive a livello europeo e invece si opta per la guerra dei poveri, invece di integrare le piccole realtà produttive in un sistema che consenta a queste aziende stesse, responsabilizzandole, di interagire con il sistema agricolo produttivo e commerciale, così da competere con concorrenti di dimensioni, e risorse finanziare, maggiori. A partire dal ripristino dell’agevolazione consistente nell’azzeramento dell’accise sul gasolio destinato al riscaldamento delle colture protette, per continuare con l’emanazione di una norma che estenda i benefici previsti per le avversità atmosferiche anche ai danni economici provocati dalla crisi di mercato”.

 

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