LETTERA DI MONS. ANTONIO STAGLIANO’ AI FEDELI

Carissimi,
diventando grande appresi, con una certa crudezza, che bisognava lottare contro l’orgoglio e la superbia, perché erano (e sono, obiettivamente) “malattie dello spirito”, patologie pericolose dell’anima. Non c’era in giro, dopotutto, il famoso “peccato originale” di Adamo: cioè, la tracotanza di “sentirsi e di voler essere come Dio”? Cosa accadde in quel “tempo remoto=il più remoto tra i tempi” (che comunque venga pensato, deve appartenere a un istante dentro la storia degli uomini, e non fuori di essa) ha sicuramente a che fare con questo desiderio tutto umano di essere “come Dio”. Tuttavia, chi mangia dell’albero della conoscenza del bene e del male, disobbedendo al comandamento di Dio, agisce “al posto di Dio” e non tanto “come Dio”. C’è gente oggi che decide chi deve vivere e chi deve morire, stabilisce cosa è bene e cosa è male (per sé, dentro le logiche dell’interesse individuale e del proprio piacere) inneggiando alla libertà di pensiero, e con il plauso della ormai diffusa cultura relativistica. Solo per fare un esempio, consideriamo cosa scrive papa Francesco in Laudato sì n.123:  “non è la stessa logica relativista quella che giustifica l’acquisto di organi dei poveri allo scopo di venderli o di utilizzarli per la sperimentazione, o lo scarto di bambini perché non rispondono al desiderio dei loro genitori?”. Costoro però non agiscono, non sentano, e non pensano “come Dio”. Piuttosto – non curanti dell’esistenza di Dio, cioè del bene, dell’amore “oggettivo” (scusate, capiamolo così: “il bene e l’amore non lo invento io, ma io lo posso solo accogliere)- costoro si mettono “al posto di Dio”: ecco il peccato, che è originario, perché sta alla radice di ogni peccato (piccolo o grande che sia). “Al posto di Dio” è diverso da “come Dio”: quello è il peccato, questo è l’unica vera possibilità di restare umano. “Come Dio”, non è un peccato (come taluni stupidamente insegnano ancora), è piuttosto la vocazione dell’essere umano. Alla domanda: quanto grande vuoi diventare? Rispondi così: “Com’è grande Dio”, questo è il mio desiderio, questa è la mia vocazione, perché sono un essere umano, creato “a immagine e somiglianza di Dio”. La meta del viaggio della conversione sarà allora questa: sentire e agire “come Dio”. ù
Un abbraccio +donTonino

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