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Legati per non cadere. Storia di due amici sulla nave Eleonore
03 Set 2019 08:33
Legati, per non cadere. Legati dall’amicizia e dalla voglia di vivere. Hanno cicatrici in viso e sulle braccia, sono due amici che si conoscono da quando sono nati in un piccolo paesino del Sudan e sono tra i 30 minorenni non accompagnatati arrivati ieri a bordo della nave Eleonore della Ong Tedesca Lifeline attraccata a Pozzallo.
Hanno 13 e 15 anni, sono due dei tanti ‘senza nome’ che fuggono per paura dall’Africa. La loro storia e’ stata raccolta dai volontari che erano a bordo della Eleonore. Sono fuggiti dal Sudan perche’ assieme ai loro familiari erano vittime di violenze. Poi l’arrivo in Libia dove vengono rinchiusi in un centro gestito dai trafficanti.
“Un anno d’inferno in un carcere dove – hanno ricostruito – si mangiava ‘spazzatura’ e si beveva acqua salata, e chi non finiva in fretta veniva picchiato e privato anche di quel mangiare”. E’ in quel ‘campo’ che vengono feriti al viso e alle braccia. Come e perche’ hanno preferito non dirlo. Stesso silenzio su come si sono procurati i soldi per il viaggio. Erano due i gommoni partiti dalla Libia: 104 uomini su quello dove si trovavano i due amici e altri 60 su un altro, con donne e bambini. Hanno navigato fianco a fianco per un breve tratto di mare: dopo otto ore il motore del gommone con i 104 si rompe.
Il viaggio e’ durato due notti e un giorno, in mezzo al mare, col gommone alla deriva. All’improvviso l’arrivo della nave Eleonore che li ha presi a bordo ed e’ andata via veloce puntando la prua a nord perche’, a salvataggio concluso, e’ arrivata una motovedetta della guardia costiera libica. Loro sempre vicini, senza lasciarsi mai.
Hanno viaggiato per otto giorni su una nave che ha una superficie di 48 metri quadrati e ciascuno di loro ha avuto a disposizione mezzo metro quadrato. La notte il comandante staccava il radar per permettere ai ragazzi di potere dormire insieme, con altri ragazzi, sul ponte dell’antenna della nave. Legati, per non cadere.
Fonte: Ansa
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