LEGAMBIENTE E IL PETROLIO: “ADESSO BASTA” ANCHE IN PROVINCIA DI RAGUSA

Ciafani, che ha parlato sul tema “Ecoreati e altre Questioni Ambientali”, è voluto scendere anche nei dettagli dell’ambito locale e del Sud Est siciliano. “Siamo in un’area – spiega Ciafani – in cui la questione ambientale è troppo spesso sottovalutata. Noi siamo riusciti, dopo 21 anni, a far approvare nel 2015 la legge sugli ecoreati. Chi inquina deve pagare”.

Poi è entrato nel merito dei permessi petroliferi e dei ricorsi di alcune società petrolifere. “Siamo dinnanzi a minacce vecchie e nuove che riguardano questo territorio e mi riferisco alle trivellazioni. Come Legambiente siamo costretti a denunciare pubblicamente l’arroganza di alcune società energetiche che si prendono la briga di fare ricorso contro il piano paesaggistico della provincia di Ragusa per continuare a fare quella che definiamo la folle corsa al petrolio. Queste compagnie dimostrano l’intenzione di continuare ad asservire il territorio a logiche economiche contro cui noi ambientalisti non possiamo che scagliarci anche alla luce dei risultati del recente refendum. E’ sbagliato, a nostro avviso, continuare a scegliere un modello in cui le fonti sono finite, perché fossili, piuttosto che immaginare investimenti su energie rinnovabili e pulite. Continuare ad investire sugli idrocarburi è un vero e proprio atto di prepotenza istituzionale rispetto ad una situazione dove sono possibili alternative come quelle che stiamo cercando di promuovere. Un territorio che sta ad un bivio, a metà tra le trivellazioni e lo sviluppo di un’agricoltura di qualità, tra un’idea di schiavitù dal petrolio e l’idea di un turismo sano”.

Eppure, dice in conclusione Ciafani, in Sicilia le stesse società che insistono sul petrolio, “con scelte arroganti e cieche, in altre zone dell’isola hanno già scelto di investire sugli impiantoi solari termodinamici, come ha fatto ad esempio Edison. Probabilmente siamo a metà del guado visto che si vuole da una parte allargare il campo della piattaforma Vega e dall’altra si fa un impianto rinnovabile. Ed allora come Legambiente non ci resta che alzare un muro contro lo strapotere delle multinazionali dell’energia promuovendo pratiche sostenibili e lavorando sulla termodinamica, chiudendo definitivamente sulle trivellazioni”.

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