“LE SIRENE DI ULISSE” DI BENEDETTO POMA

La mostra costituisce la prima tappa di un percorso che si snoderà tra Catania, Taormina e Cefalù per la presentazione delle nuove opere di Benedetto Poma, ispirate alle gemme del Museo Mandralisca. L’esposizione di Catania sarà presentata da Dora Marchese, ricercatrice e docente di letteratura italiana, e si svolgerà all’interno della galleria Koart, in via San Michele 28, Catania, all’interno del circuito di Centrocontemporaneo.

L’illuminazione dello spazio è a cura di Marzia Paladino che ha donato nuova vita alla location con il suo impianto a led, sempre all’avanguardia.Il canto delle Sirene seduce ancora attraverso le opere di Benedetto Poma
“Qui, presto, vieni, o glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei, / ferma la nave, la nostra voce a sentire. / Nessuno mai si allontana di qui con la sua nave nera, / se prima non sente, suono di miele, dal labbro nostro la voce; / poi pieno di gioia riparte, e conoscendo più cose” (Odissea, libro XII). Echi di un passato poi non così remoto, i volti e le forme dell’antico rivivono nelle tele del catanese Benedetto Poma. E ritornano per essere sempre diversi e nuovi, rivissuti e reinventati, amorevolmente colti e stravolti, essi stessi ulissidi in cerca di un approdo che, fatalmente, è al tempo stesso nostos e incursione nella contemporaneità. Il moderno si sostanzia con l’antico, lo ingloba e lo trasforma. Lo contamina, lo ripensa, ne arricchisce i significati ormai archetipici. 
Catturato dalla visione di alcune gemme incise, risalenti al periodo che va dal IV-V sec. a.C. a quello ellenistico, raccolte dal barone Enrico Piraino di Mandralisca, oggi custodite nell’omonimo museo di Cefalù, Benedetto Poma ha incastonato queste preziose icone nei suoi quadri, raffiguranti soggetti dell’antichità greca e romana, creando una seducente forma di meta-pittura, in cui nell’immagine si trova l’immagine ispiratrice. 
Ematiti, paste vitree, ambre chiare e scure, come occhi che osservano dal passato, come varchi di bellezza, campeggiano nelle tele del ciclo Le sirene di Ulisse e, come in quel canto incantato, ci seducono e ci legano come con un fil-rouge. 
Ares, il dio della guerra, Medusa, decapitata da Perseo, Afrodite, portatrice di amore, Eros, forza inesorabile, i centauri e le sirene, inquietanti creature della terra e del mare, magicamente abitano gli spazi barocchi, e talvolta moderni, della Sicilia magnogreca, conservando di quel tempo i profumi e le atmosfere straordinariamente esaltate dal turgore di capiteli, architravi, finestre, mascheroni e festoni. 
Un caleidoscopico viaggiare per epoche lontane eppure sempre attuali, un insinuarsi festoso e riverente tra quelle stratificazioni di culture e simboli che hanno reso così ricca e suggestiva l’isola del Sole, facendola assurgere a mito perenne. Antichità, modernità e contemporaneità sono raffigurate e raccolte, con composizione sapiente, nei quadri di Benedetto Poma che, attraverso il colore, ora acceso ora monocromo, suo essenziale tratto distintivo, offre allo spettatore la propria personalissima interpretazione, arricchendo le composizioni anche degli immancabili motivi-firma costituiti da strumenti musicali, fiori, animali più o meno esotici, frutti, tutti di marcata valenza simbolica. 
Un progetto ardito, che però è stato compiuto con grazia spregiudicata, con scanzonata filologia, con l’emozionante alternarsi del tratto del disegno al pastoso segno del pennello, dei toni brillanti e di quelli matti, in un pastiche altamente evocativo e originale. 
La mostra, comprendente una decina di opere, sarà itinerante e toccherà come sua prima tappa Catania, il 16 aprile, dove sarà allestita presso la Galleria Kōart: unconventional place di Aurelia Nicolosi e Antonio Fallica, infaticabili galleristi che hanno rinnovato in modo significativo il panorama non soltanto siciliano.
Dora Marchese
L”anno solare 2016 nasce con l’intenzione di dare alla luce un progetto pittorico che vede i miti dell’Antica Grecia ed i luoghi in cui essi si sono svolti come filo conduttore dell’intera serie pittorica. 
L’idea nasce dalle suggestioni di un viaggio nella bella Cefalù e dalla visita fatta al Museo Mandralisca che è l’unico museo della città la cui fondazione si deve al barone Enrico Piraino di Mandralisca, che raccolse, nella sua pur breve vita, numerosi oggetti d’arte, tra cui uno dei capolavori di Antonello da Messina.  La fondazione Mandralisca si compone di tante sezioni tra cui una interessante sezione archeologica , che raccoglie i reperti ritrovati nello stesso sito ed anche una collezione di Gemme incise, tutte fatte risalire all’età ellenistica, che il Barone volle per la sua residenza. 
La visione di queste piccole e preziose Gemme ha costituito per me motivo di grande ispirazione: tutti o quasi tutti i dipinti della nuova collezione vedranno, infatti, riprodotte le Gemme del barone Madralisca. Esse, grazie allo studio realizzato dalla Dott.ssa Liberto Rosalia, figura chiave all’interno del CdA della fondazione Mandralisca, hanno trovato nuova vita e, attraverso la pubblicazione di un catalogo dal titolo ‘Fascino senza tempo’, è stato possibile studiare le loro caratteristiche e la forma ed i colori dei gioielli, che ho poi inserito nei dipinti che comporranno la mostra.

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