LE SCUOLE COMUNALI PATISCONO IL FREDDO

Oggi, la questione ambientale, soprattutto in Sicilia, sta assumendo i connotati di una vera e propria emergenza. La Sicilia sarà commissariata se, da qui a breve, il Presidente Crocetta non si attiverà a sbloccare le procedure per realizzare 93 opere pubbliche per rendere migliore l’ecosistema in tutto il territorio siciliano. Più di un miliardo di euro, provenienti da fondi europei, fermi, inutilizzati, che potrebbero risolvere l’annosa questione delle reti fognarie e dei depuratori nella nostra isola. Anche se restano ancora al palo le annose emergenze che riguardano l’Ato Ambiente, le Srr e le discariche. Quante emergenze, povera Sicilia!  

Ci rassicura il fatto che il problema dell’inquinamento ambientale sia un obiettivo prioritario del governo centrale (così dicono), sollecitato, soprattutto, dalle direttive comunitarie che hanno annunciato anche drastiche sanzioni in capo a chi li disattende. La necessità di avere un efficace piano del traffico, di mezzi pubblici ecologici, di una pista ciclabile, sono condizioni importanti che possono migliorare l’habitat che ci circonda. Anche la presenza di impianti di riscaldamento poco inquinanti contribuiscono, in modo significativo, ad ottimizzare l’ambiente, senza sottovalutare, poi, il risparmio economico che ne consegue. Da anni, anche gli Enti locali si stanno attivando per modificare alcuni impianti di riscaldamento nei pubblici uffici e nelle scuole, utilizzando nuovi sistemi alimentati da pannelli solari. Anche le abitazioni civili hanno fatto passi aventi in questo senso. Tante sono le famiglie che, di recente, hanno installato nelle proprie abitazioni impianti fotovoltaici o pannelli solari, altri, invece, hanno preferito sostituire i vecchi impianti di riscaldamento, a gasolio, con altrettanti nuovi a gas metano, facendo abbassare di non poco i costi e l’emissione di gas nocivi. Anche i governi precedenti si sono dimostrati sensibili verso questa tematica, assicurando, per anni, vantaggi non indifferenti a favore di chi impiantava questi nuovi sistemi non inquinanti.

Ci risulta che alcune scuole comunali, di fresca data, stanno patendo il freddo di questi giorni. Pare che queste scuole siano ancora alimentate da caldaie a gasolio. È risaputo che tale combustibile oltre ad essere più oneroso per le casse comunali, ha meno resa ed è più inquinante rispetto al metano. Com’è possibile che, ancora oggi, l’A.C. non abbia provveduto a sostituire gli impianti con altrettanti meno inquinanti? Addirittura, pare che sostituendo solo il bruciatore, in una caldaia a gasolio, con poca spesa, è possibile utilizzare il metano abbattendo di non poco i costi e, soprattutto, riducendo i gas inquinanti. Da calcoli effettuati pare che il risparmio economico, utilizzando metano piuttosto che gasolio, si attesti al 30%. Sono cifre considerevoli che fanno il paio ad altrettante questioni di natura ambientali che non possono passare inosservate. Tengo a precisare che altri EE.PP., già da anni, hanno sentito la necessità di adeguarsi alle normative vigenti in merito al risparmio energetico.

Oggi sono tante le opportunità che l’U.E. concede agli Stati membri per migliorare le condizioni di vita della popolazione. Occorre prestare molta attenzione agli eventuali bandi europei per poter attingere a quei fondi che spesso mancano agli EE.PP per realizzare quelle opere pubbliche importanti per ottimizzare il paesaggio e alla stessa stregua rilanciare l’economia di un territorio. Questo è senz’altro il punto di partenza. Il resto viene da sé. 

 

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