LE ENTRATE FITTIZIE DELL’AMMINISTRAZIONE

Il sindaco di Modica si è vantato di essere riuascito ad approvare il bilancio prima della scadenza del 30 settembre 2014, ma non ha spiegato le ragioni di tanta fretta. Ve le spiego io.

In assenza del bilancio di previsione 2014, l’Amministrazione comunale dovrebbe agire in regime di esercizio provvisorio, ai sensi dell’articolo 163, commi 1 e 3, del Decreto legislativo n. 267 del 2000. Ciò significa che la spesa dovrebbe essere compiuta in dodicesimi ed entro i limiti dell’ultimo bilancio di previsione approvato. Ciò comporterebbe una tale limitazione di spesa che un sindaco allegro come Abbate non potrebbe sopportare. D’altronde, quando lo Stato posticipa la scadenza dell’approvazione del bilancio, che altro fa se non imporre una misura precauzionale di contenimento della spesa in «un contesto», ripeto un’espressione dell’assessore Giannone che, evidentemente, la pensa come me, «di assoluta mancanza di certezze e di grandi complicazioni legate ad un quadro normativo in continua evoluzione»? Il sindaco delle spese pazze, dunque, abituato a spendere come un sultano dell’Oman, che sindaco sarebbe se spendesse in regime di dodicesimi? Ha per ciò ben pensato di far approvare immediatamente il bilancio ma, cosa assai più grave, lo ha fatto approvare previa gonfiatura di alcune entrate per poter continuare a spendere anche i soldi che non possiede. Quali sono le entrate gonfiate? L’IMU, la TASI e i trasferimenti regionali.

 

2.   L’Imu

Per quanto attiene all’IMU, ancora una volta Abbate, piuttosto che attenersi alla stima del gettito lordo previsto (per il 2014) dal Ministero degli Interni di concerto col Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) in 7.895.643,00 euro, preferisce una stima assai più elevata di quella ministeriale, fatta appositamente elaborare da una società privata, la Sikuel. Il nuovo gettito commissionato è di 11.258.850,75 euro. Si ripete, dunque, quanto denunciato in occasione dell’approvazione del consuntivo 2013, allorché fu volutamente ignorata la stima della Finanza Locale di 6.500.000 di euro e ne fu adottata una di 10.000.000 formulata dalla stessa azienda privata. La manovra allora permise, così affermò il sindaco sparando una panzana delle sue, di rispettare il patto di stabilità, di determinare un avanzo di amministrazione considerevole, di coprire la quota di disavanzo prevista nel piano di riequilibrio e di aumentare la disponibilità dell’anticipazione di cassa a partire dal 1° gennaio 2015, che, com’è noto, si definisce sulla base delle entrate accertate nel penultimo consuntivo approvato. Si tratta, ovviamente, di risultati apparenti. Nella realtà egli ha violato il patto di stabilità, ha determinato un disavanzo di bilancio ed ha accresciuto il cumulo debitorio dei cittadini. Non si vede, per altro, perché si debba pagare una ditta privata quando i calcoli li facciamo in casa e, per noi, li fa il Ministero dell’interno di concerto col Ministero delle Finanze. C’è qualcuno che può farli meglio? Allora ne prenda atto anche il Governo e zittisca i Ministeri. O dobbiamo per forza pagare due volte lo stesso conteggio?

 

3.   La Tasi

 

Anche le stime relative alla TASI non rispecchiano quelle previste dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che ammontano a 2.480.898,00 e le superano di ben 2.108.763,63 euro. La somma prevista in bilancio, infatti, è di 4.589.661,63. Questa, in effetti, è l’ultima previsione scaturita da un emendamento presentato il giorno stesso dell’approvazione, in Consiglio, del bilancio; l’originaria previsione era di 3.400.000 euro. La TASI è una tassa che si basa su due presupposti impositivi, uno costituito dal possesso di immobili e collegato alla loro natura e valore e l’altro collegato all’erogazione e alla fruizione di servizi comunali (legge n. 147 del 2013, art. 1, comma 639). Più volte ho chiesto all’assessore e al sindaco l’elenco dei servizi indivisibili individuati e l’elenco analitico dei costi dell’intera somma prevista in bilancio. L’assessore al bilancio, in Consiglio comunale, ha risposto con un semplice:

 

«Mi spiace, caro consigliere, non ho ancora preparato l’elenco».

 

L’elenco, però, non andava preparato, doveva già esistere perché previsto dalla legge n. 147/2013 che all’articolo 1, comma 682, dispone:

 

«Con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997, il comune determina la disciplina per l’applicazione della IUC, concernente tra l’altro:

 

a) (…)

 

b) per quanto riguarda la TASI:

 

1) (…)

2) l’individuazione dei servizi indivisibili e l’indicazione analitica, per ciascuno di tali servizi, dei relativi costi alla cui copertura la TASI è diretta.»

 

A rigore l’Amministrazione avrebbe dovuto esibire non uno ma due elenchi di costo: uno relativo alla previsione iniziale di 3.400.000 euro e uno per quella definitiva, anche per spiegare ai cittadini quali ulteriori costi sono stati aggiunti e quali gli artifici contabili impiegati. Ma gli artifici non si rivelano. Avete mai visto un prestigiatore svelare i trucchi di cui si avvale? Eppure tutti sappiamo che bara.

A prescindere dal confronto con le previsioni fatte dal Ministero, l’errore di calcolo, voluto si intende, si smaschera approfondendo i dati riportati dalla stessa Amministrazione per l’IMU. La base imponibile per il calcolo della TASI è la stessa di quella prevista per l’IMU (legge n. 147/2013, art. 1, comma 675). Se il gettito lordo dell’IMU calcolato all’8,60 per mille ammonta a 11.258.850,75 euro, così è scritto in bilancio, come si è arrivati alla previsione di 4.589.661,63 per la TASI con una aliquota dell’1,85 per mille applicata alla stessa base imponibile? È chiara l’anomalia ed è altrettanto chiaro il tentativo di alterare le entrate gonfiandole per giustificare non solo le spese future ma anche gli errori del passato.  

 

4.   I trasferimenti regionali

Altre previsioni di entrate chiaramente sopravvalutate riguardano i trasferimenti regionali. All’articolo 6 della legge finanziaria n. 5 del 2014 è riportata la dotazione finanziaria del fondo sia per la parte relativa agli investimenti, sia per la parte di spesa corrente: la prima ammonta a 80 e la seconda a 350 milioni di euro. Questa ripartizione è diversa rispetto a quella del 2013 che prevedeva (D.R.S n. 65/2014) 180 milioni per gli investimenti e 305 milioni per la spesa corrente. Dall’elaborazione di questi dati si può facilmente intuire che mentre nel 2013 la percentuale riservata agli investimenti sul totale dei trasferimenti regionali è stata del 37,1% (180/485), nel 2014 sarà del 18,6% (80/430). Poiché al 37,1 % corrispondeva, nel 2013, un trasferimento di 1.731.485,00 euro, facendo una semplice proporzione si sarebbe potuto calcolare la somma orientativa che incasserà il Comune nel 2014, somma che andava inscritta in bilancio e che, sulla base dei calcoli compiuti, ammonta a circa 800.000,00 euro. L’Amministrazione, mi auguro per ignoranza, non ha tenuto conto delle nuove disposizioni legislative ed ha riportato in bilancio la stessa cifra del 2013, 1.731.485,00 euro. È stato, inoltre, trascurato l’articolo 6, comma 4, della legge n. 5 del 2014 che così dispone:

 

«Le assegnazioni di cui ai commi 1, 2 e 3 sono erogate a ciascun comune in quattro trimestralità posticipate; l’erogazione dell’ultima quota è effettuata non oltre il 28 febbraio dell’anno successivo a quello di competenza.

L’iscrizione in bilancio dell’assegnazione in favore dei comuni è effettuata tenendo conto delle predette disposizioni in materia di erogazione

 

Praticamente, non solo si doveva più che dimezzare la previsione delle entrate relative ai trasferimenti per investimenti (da 1.731.485,00 euro a 755.000,00 euro), ma andavano iscritte solo tre trimestralità e non quattro. Anche questa scelta è stata compiuta ad arte per mascherare impegni illegittimi già contratti in violazione dei vincoli di legge.

 

 

 

 

 

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