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LE DURE PAROLE DELLA POLIZIA DI STATO NELLA LETTERA AD ALFANO
14 Giu 2014 08:11
Una lettera da parte del Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia, al Ministro dell’Interno Angelino Alfano, il quale Lunedì sarà a Ragusa e Sabato a Catania per incontrare Prefetti e Questori di Sicilia.
Il SILP CGIL ha chiesto di portare all’attenzione di Alfano, massimo responsabile dell’ordine e della sicurezza pubblica, così come è già stato fatto con i vertici provinciali Prefetto e Questore, le enormi difficoltà affrontate dai Poliziotti della Provincia di Ragusa.
Date le poche probabilità di incontrare il Ministro, il SILP CGIL ha pensato bene di scrivergli, spiegando le enormi difficoltà a cui vanno incontro gli agenti della Polizia di Stato, i quali sopportano il peso di un imponente e costante flusso migratorio, ripreso con vigore nell’ultimo anno e cresciuto negli ultimi mesi.
“Le chiediamo, a nome di quelle donne e di quegli uomini, attenzione e rispetto. Ma vorremmo atti concreti, le belle parole non ci bastano più”. Scrive il SILP al Ministro.
“Siamo pochi. Servono uomini, per dare respiro agli uffici, operativi e non, oramai in cronico affanno, troppo spesso ai limiti della funzionalità minima. Si assiste quotidianamente ad una “caccia all’uomo” – continua il Sindacato – “e non parliamo di latitanti o migranti allontanatisi dai centri; parliamo di riuscire a trovare i poliziotti per assicurare i servizi”.
“Servono equipaggiamenti adatti” – spiega nella lettera il Segretario Generale Provinciale Giorgio Pluchino – “Non riusciamo a comprendere perché non è possibile assegnare le uniformi da ordine pubblico anche al personale della Questura, che si ritrova a fare servizio in giacca, cravatta e pantalone con la piega in situazioni operative tutt’altro che tranquille, o sotto il sole cocente o la pioggia”.
Servono mezzi e fondi per la manutenzione delle Volanti, ormai usurate e con continui guasti. Necessarie protezioni e procedure sanitarie idonee. “Siamo in prima linea a gestire gli arrivi di migranti, e non possiamo assolutamente sottovalutare i rischi legati alla presenza di numerosissime persone che hanno vissuto, loro malgrado, in più che precarie condizioni igienico-sanitarie”.
Servono, inoltre, strutture idonee in cui poter lavorare “Se farà una visita al Centro di Primo Soccorso di Pozzallo” – spiega il SILP nella lettera al Ministro – “faccia una piccola deviazione dentro al container dove facciamo servizio noi, i poliziotti, i suoi uomini. E ci dica se lo trova dignitoso. Avrà modo di notare, tra l’altro, come al C.P.S.A., sono stati sistemati per gli ospiti dei letti in metallo di un modello tale, purtroppo, da poter essere con facilità fatto a pezzi ed utilizzato come armi improprie contro il personale di vigilanza o contro altri gruppi di migranti ospiti del Centro stesso”.
Anche all’ex Centro Ricerche Agricole di Ragusa, struttura temporanea di accoglienza le cose non sembrano migliori.
“Non abbiamo un posto, una stanza dove stare durante il servizio di vigilanza. Ci arrangiamo con le auto, e speriamo che non succeda nulla. Perché in giro, a portata di mano, c’è un po’ di tutto, comprese pietre di ogni dimensione in generose quantità”.
Parole a tratti taglienti, ma che trasmettono tutto il disagio di una situazione a cui è difficile, con questi mezzi, far fronte.
“Quel che vorremmo da lei” – continua il SILP – “che di questa terra è figlio, e sa cosa vuol dire sentirsi periferia lontana e dimenticata, è solo un atto concreto di giusta e dovuta attenzione”.
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