Le dichiarazioni choc di un circolo di Legambiente Lombardia “Gela e Ragusa scenari aberranti. Non vogliamo ritrovarci come loro”.

«Ci chiediamo se in una regione che si fregia di essere tra le più evolute, qual è la Lombardia, sia accettabile un sistema normativo che lascia al produttore l’arbitrio di scegliere processi produttivi così insostenibili, senza alcuna programmazione, senza equilibro. Il rischio concreto è di ritrovarsi in tempi brevi in scenari aberranti come a Gela, Ragusa, nella Piana del Sele, Almeria in Spagna e Rotterdam, con distese di strutture impattanti e tonnellate di cellophane a ricoprire il terreno» sottolinea Paolo Falbo, presidente del circolo Legambiente Oglio-Serio.

Queste le dichiarazioni choc del presidente del Circolo che interviene sulla vicenda delle coltivazioni in serra nella regione Lombardia preoccupato che il procedere degli eventi possa condurli ad essere tra gli altri come Ragusa e Gela.

In Lombardia oltre 2300 ettari di terreno agricolo sono ricoperti da serre. Nei soli territori delle province di Mantova e Bergamo i numeri sono impressionanti: rispettivamente 968 e 800 ettari. Martinengo è tra i Comuni con la maggiore estensione di serre della Lombardia. Il paese rappresenta una condizione esemplare del fenomeno, esteso su tutta la regione, e sottolinea la gravità dell’assenza di un registro che censisca l’effettiva estensione delle coltivazioni, in costante crescita.

L’impianto legislativo regionale, per come è attualmente, ha consentito nel tempo una modifica esasperata e incontrollata del paesaggio – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. È necessario che vengano stabiliti rapporti di copertura per le serre, sia fisse che stagionali e temporanee, fondati sulla valutazione della capacità di carico sostenibile del territorio e sugli impatti ambientali delle serre esistenti e di quelle potenzialmente insediabili. Serve dunque un tavolo di regia che rimetta ordine in quello che è diventato un vero e proprio Far West dell’agricoltura lombarda.

 

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