L’AUTOLESIONISMO


L’autolesionismo è un danno procurato a se stessi. L’atto più comune è il taglio della pelle ma esso comprende anche lo scottarsi, graffiarsi, colpirsi, mordersi, ingerire compresse. Il suicidio è anche previsto tra coloro che praticano l’autolesionismo ed è un atto finale se non si raggiunge la vittima in tempo.

In base alle statistiche  il suicidio è in aumento nelle persone autolesioniste. Circa un giovane su dieci si procurano delle lesioni durante l’adolescenza. 

I soggetti che praticano l’autolesionismo sono spesso delle giovani donne, persone gay, lesbiche e bisessuali, la maggior parte delle volte è dovuto allo stress causato dalla discriminazione. Avere un amico o un gruppo che praticano la stessa cosa, rende ancora più facile tutto ciò è la voglia di tagliarsi o di fare qualcosa di  questo tipo  è sempre crescente.

Diventa quasi una sfida continua con chi si trova nella tua stessa situazione e quindi non ti ferma anzi  accresce  il bisogno di  procurarti del dolore fisico.

Si può dire che compiere questi atti sono delle azioni  di sfogo. Delle ricerche hanno dimostrato che molte persone che si danneggiano sono persone angosciate o  che non riescono a sopportare  situazioni stress. I problemi più comuni sono: abusi fisici o sessuali, depressione, immagine negativa di se stessi, problemi di relazione, disoccupazione o difficoltà sul lavoro. Gli autolesionisti spesso si sentono isolati, fuori controllo, non ascoltati, si sentono imprigionati come se nulla  potrebbe  cambiare in meglio. 

L’autolesionismo riduce la sensazione di disagio, di tensione e di angoscia. Di solito gli autolesionisti non chiedono aiuto perché pensano di non essere capiti. Per uscirne fuori potrebbe essere utile parlarne anonimamente con qualcuno, questo aiuterebbe  a non sentirsi più  soli. Per non chiedere aiuto tre persone su cento  in queste situazioni  da oltre quindici anni finiscono per suicidarsi. Il taglio può dare cicatrici permanenti. Se i tagli danneggiano i tendini e i nervi, si può avere un danno  permanente che si manifesta con  debolezza degli arti o anche intorpidimento. 

Il fenomeno potrebbe considerarsi  raro e poco presente nella nostra società,noi ci accorgiamo che parlando con compagni e amici il fenomeno è più diffuso di quello che potremmo pensare.

Bisognerebbe aiutare chi  è afflitto da  questo problema, la scuola potrebbe essere il luogo adatto per fare in modo che questo fenomeno venga sollevato e  attraverso dialoghi fare capire a  questi soggetti dell’importanza di ognuno di noi cercando di  aumentare  la loro  autostima.

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Articolo  redatto da: Ilaria Caradonna & Marika Mulè

  Classe:III  B Turismo

 ITET “ G. Garibaldi” di Marsala

Docente referente:prof.ssa Teresa Titone

Cos’è l’autolesinismo?

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