È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’AUTOLESIONISMO
21 Gen 2017 07:22
L’autolesionismo è un danno procurato a se stessi. L’atto più comune è il taglio della pelle ma esso comprende anche lo scottarsi, graffiarsi, colpirsi, mordersi, ingerire compresse. Il suicidio è anche previsto tra coloro che praticano l’autolesionismo ed è un atto finale se non si raggiunge la vittima in tempo.
In base alle statistiche il suicidio è in aumento nelle persone autolesioniste. Circa un giovane su dieci si procurano delle lesioni durante l’adolescenza.
I soggetti che praticano l’autolesionismo sono spesso delle giovani donne, persone gay, lesbiche e bisessuali, la maggior parte delle volte è dovuto allo stress causato dalla discriminazione. Avere un amico o un gruppo che praticano la stessa cosa, rende ancora più facile tutto ciò è la voglia di tagliarsi o di fare qualcosa di questo tipo è sempre crescente.
Diventa quasi una sfida continua con chi si trova nella tua stessa situazione e quindi non ti ferma anzi accresce il bisogno di procurarti del dolore fisico.
Si può dire che compiere questi atti sono delle azioni di sfogo. Delle ricerche hanno dimostrato che molte persone che si danneggiano sono persone angosciate o che non riescono a sopportare situazioni stress. I problemi più comuni sono: abusi fisici o sessuali, depressione, immagine negativa di se stessi, problemi di relazione, disoccupazione o difficoltà sul lavoro. Gli autolesionisti spesso si sentono isolati, fuori controllo, non ascoltati, si sentono imprigionati come se nulla potrebbe cambiare in meglio.
L’autolesionismo riduce la sensazione di disagio, di tensione e di angoscia. Di solito gli autolesionisti non chiedono aiuto perché pensano di non essere capiti. Per uscirne fuori potrebbe essere utile parlarne anonimamente con qualcuno, questo aiuterebbe a non sentirsi più soli. Per non chiedere aiuto tre persone su cento in queste situazioni da oltre quindici anni finiscono per suicidarsi. Il taglio può dare cicatrici permanenti. Se i tagli danneggiano i tendini e i nervi, si può avere un danno permanente che si manifesta con debolezza degli arti o anche intorpidimento.
Il fenomeno potrebbe considerarsi raro e poco presente nella nostra società,noi ci accorgiamo che parlando con compagni e amici il fenomeno è più diffuso di quello che potremmo pensare.
Bisognerebbe aiutare chi è afflitto da questo problema, la scuola potrebbe essere il luogo adatto per fare in modo che questo fenomeno venga sollevato e attraverso dialoghi fare capire a questi soggetti dell’importanza di ognuno di noi cercando di aumentare la loro autostima.
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Articolo redatto da: Ilaria Caradonna & Marika Mulè
Classe:III B Turismo
ITET “ G. Garibaldi” di Marsala
Docente referente:prof.ssa Teresa Titone
Cos’è l’autolesinismo?
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