È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’ARCIGAY RICEVUTA DAL VESCOVO
06 Feb 2016 14:17
Questa mattina, insieme alla vice presidente Genny Cultrone, siamo stati ricevuti dal vescovo di Ragusa, monsignor Carmelo Cutitta. L’incontro era stato chiesto da Arcigay Ragusa per chiedere un intervento del vescovo a seguito della frase del parroco della Chiesa madre di Chiaramonte Gulfi di chiaro significato ‘omofobo’. A monsignor Cuttitta abbiamo ribadito l’amarezza per un’affermazione così pesante (“Altro che macina al collo. Sono solo malati”) che ha destato profonda sofferenza e indignazione non solo tra la comunità Lgbti ragusana, ma in tutta la popolazione di Chiaramonte e della provincia. La risposta del vescovo è stata di netta sconfessione di quelle parole del parroco, come ribadito in una nota dell’Ufficio comunicazioni sociali della Curia. Monsignor Cutitta ha rimarcato l’impegno della Chiesa ragusana per l’accoglienza e l’apertura verso tutti “senza distinzione di ceto, di appartenenza religiosa, di culture diverse, di differenze sessuali”. Da un lato prendiamo atto con dispiacere del ‘silenzio’ da parte del sacerdote che non ha ritenuto di dover scusarsi per quelle frasi, dall’altro, registriamo invece, con piacere, quanto detto dal vertice della Chiesa ragusana: “Sono io, come vescovo di questa Chiesa, a chiedere scusa a quanti si sono sentiti offesi e feriti per tali parole” – ha detto il vescovo. Al di là delle scuse in sé, ciò che ci sembra opportuno sottolineare in questa brutta vicenda, è l’apertura che viene proprio da parte del vertice della Chiesa ragusana. Parole che, crediamo, debbano essere ribadite soprattutto a quanti, nel clero o nelle associazioni laicali, mantengono ancora una posizione di pregiudizio e di ingiustificabile discriminazione nei confronti delle persone Lgbti. Ci auguriamo che queste espressioni di rispetto e apertura possano diventare patrimonio di tutta la Chiesa e della comunità iblea.
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