“L’AGRICOLTURA MUORE TRA CONTROLLI E RESPONSABILITÀ POLITICHE E BUROCRATICHE”

E’ veramente paradossale che mentre tutti gli operatori dell’intera filiera agricola devono districarsi tra migliaia di norme, regolamenti comunitari, leggi e leggine, nazionali e regionali, che dovrebbero garantire trasparenza nei prezzi, all’ingrosso e al dettaglio, delle cose necessarie a fare un impianto serricolo, dal film plastico, agli anticrittogamici, dalla ricerca dell’acqua per uso irriguo al riscaldamento, dall’acquisto delle sementi a quello delle piantine in vaso, o, ancora, il rispetto dei contratti di lavoro o di compartecipazione, e, poi, la sicurezza alimentare, il funzionamento del mercato ortofrutticolo, la formazione del prezzo del prodotto agricolo, il ruolo dei commissionari, dei commercianti, dei confezionatori, degli autotrasportatori e via dicendo, compreso gli “abusivi” di tutte le specie. Tutti, a cominciare dal presidente dell’associazione commissionari del mercato ortofrutticolo di Vittoria, Filippo Giombarresi, per continuare con lo stesso presidente dell’ente gestore del mercato, Dott. Emanuele Garrasi, lamentano la mancanza di un sistema di controlli, “regolari e cadenzati” e “all’intera filiera”. Eppure in Italia, come si evince da diversi studi di settore, per ogni contadino lavora un burocrate, abbiamo un esercito di un milione e duecentomila impiegati pubblici disseminati fra Stato, Regioni, Asl, ed enti di tutti i tipi che si occupano di agricoltura. Allora occorrerebbe che il potere politico metta mano a una riforma complessiva di tutto il sistema e soprattutto renda produttivi mettendoli nelle condizioni di lavorare e di dare il meglio di sé tutti quegli impiegati pubblici che si occupano di agricoltura e riconquisti il suo primato governando i processi e non facendosi tirare per la giacca dai poteri economici e corporativi che nella confusione mirano solo a garantirsi il massimo profitto, per fare questo, per esempio a Vittoria, si dovrebbe approvare rapidamente il tanto atteso regolamento del mercato ortofrutticolo fermo da anni e mai portato alla discussione in consiglio comunale. Per il resto io rimango fermamente convinto che fino a quando l’agricoltura non sarà pensata come un settore strategico dai governanti non si metterà mai mano alla riforma della burocrazia, a provvedimenti per aumentare il potere di contrattazione nei confronti della grande distribuzione come la fissazione di prezzi minimi e tempi decenti, alla riduzione degli oneri sociali e fiscali e all’accesso al credito. Quando parlo di strategia nazionale e comunitaria mi riferisco anche ad un ripensamento della stessa filiera agricola, oggi si parla per esempio di Piccola Distribuzione Organizzata (un modello distributivo che può svilupparsi a livello locale ma che, sul territorio, può diventare davvero alternativa al modello della Grande Distribuzione Organizzata),  perché come dice Petrini: ”Attraverso il cibo la gente sta tornando a cogliere il vero significato di cosa significa dare il giusto valore alle cose”, e questo consentirebbe di eliminare il gap tra prezzo alla produzione e prezzo al consumo di tutti i prodotti agricoli. Siamo all’inizio di questo percorso ma potrebbe essere un modo per cominciare a venirne fuori da una crisi devastante.

 

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