È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’ACQUAVITE DI VINACCIA SICILIANA E NELLA PROVINCIA DI RAGUSA
16 Ago 2010 21:20
Il comparto viti-vinicolo e quello dei distillati ad esso collegato rappresentano alcuni dei settori che contribuiscono a migliorare l’immagine del nostro territorio nel mondo con una produzione che sta prepotentemente conquistando il mercato nazionale ed internazionale grazie a prodotti di elevatissimo livello qualitativo. La nostra Sicilia, caratterizzata da un territorio molto vario con ambienti da collinari a pianeggianti fino alla fascia costiera, si presta per la coltivazione di molteplici vitigni che danno una notevole varietà di vini, alcuni dei quali oggi vantano importanti riconoscimenti. E’ in questo scenario che si inserisce l’operato di alcuni produttori di Grappa, i quali hanno adottato una strategia vincente, sfruttando l’eccelsa qualità delle vinacce siciliane per la produzione di distillati ricavati da monovitigni autoctoni come il Nero d’Avola, lo Zibibbo, il Syrah, o provenienti da zone ad alta vocazione viti-vinicola come la Malvasia delle Lipari, il Moscato passito di Pantelleria o la Grappa di Marsala, ottenendo risultati che nulla hanno da invidiare a quelli di alcune regioni del Nord Italia, come Veneto e Friuli Venezia Giulia, tradizionalmente legate a questo superalcolico. Dopo gli exploit del vino, anche la grappa made in Sicily, infatti, ottiene lusinghieri riconoscimenti. Prevalentemente bevuta da uomini, di età dai 35 ai 50 anni, con maggiore concentrazione al Nord Est e nei centri grandi (Milano, Verona, Rimini, Roma, Bari), il consumo di grappa cresce anche grazie a nuovi target di consumatori, come i giovani e le donne, nuove aree interessate dal consumo come il Sud Italia e a un più diffuso interesse verso il prodotto. Nel corso della nostra panoramica sulla grappa non ci si può esimere dal dare un cenno alla definizione di grappa nonché dal fare un’analisi delle tipologie produttive e delle fasi di produzione. La grappa (nome popolare per definire l’acquavite di vinaccia) è l’acquavite ottenuta dalla distillazione di vinacce ricavate da uve prodotte e vinificate esclusivamente in Italia. La distillazione di vinacce provenienti da altri paesi porterebbe alla produzione di una semplice acquavite di vinaccia che non può, per nessun motivo, essere denominata “grappa”. Può avere un contenuto alcolico tra 37,5% e 60% vol, raggiunto direttamente, nel caso delle grappe “pieno grado”, oppure aggiungendo acqua demineralizzata nella giusta percentuale al prodotto della distillazione. La qualità della grappa, come succede per il vino, dipende dal tipo e della qualità delle uve usate, ma anche dal tipo di impianto di distillazione e, ovviamente, dalle capacità tecniche del mastro distillatore. Le grappe classiche erano prodotte fino agli anni ’70 del secolo scorso da vinacce indifferenziate. L’idea di produrre grappe da monovitigni ovvero prodotte da un’unica tipologia di uva, ha di fatto cambiato la percezione della Grappa da prodotto di basso livello a distillato di pregio. La grappa può essere anche classificata in base all’affinamento e/o lavorazioni che segue alla distillazione: Giovane (non invecchiata) Aromatica (derivante da uve aromatiche quali Moscato, Traminer aromatico), Invecchiata (minimo 12 mesi d’invecchiamento in legno sotto controllo dell’agenzia delle dogane) Riserva Invecchiata o Stravecchia (minimo 18 mesi d’invecchiamento in legno sotto controllo dell’agenzia delle dogane) Affinata o barricata, sono termini che non danno nessuna indicazione del tempo di giacenza nei legni e sono grappe non sotto controllo dell’agenzia delle dogane. Aromatizzata (con aggiunta di aromatizzanti naturali come erbe, radici o frutti). (Paolo Pellegrino) (nella foto: un alambicco del 1800)
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