“LA VITA E’ DIFFICILE MA NON E’ GRAVE”

Sono state le parole di Etty Hillesum, olandere di origine ebraica morta nel 1943 nel campo di concentramento di Auschwitz, a caratterizzare la veglia di preghiera per la pace tenutasi a Modica presso la chiesa di San Pietro la sera del primo giorno dell’anno, che hanno riproposto l’esigenza della preghiera e della incondizionata fiducia nella misericordia di Dio quali presupposti per beneficiare della pace, oltre alla disponibilità a partire da se stessi per realizzare opere di giustizia e di pace.

“Non credo più che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza aver prima fatto la nostra parte dentro di noi. E’ l’unica soluzione di questa guerra: dobbiamo cercare in noi stessi, non altrove.”  Non meno impegnative sono state le parole di don Corrado Lorefice, che ha presieduto la celebrazione; commentando  un brano della lettera di S. Giacomo (3, 13-18), il vicario foraneo di Modica ha sottolineato l’importanza di una pace che è anzitutto dono di Dio e che all’uomo ne è affidata la custodia sempre e comunque, anche quando contesti e condizioni storiche contingenti sembrano remare contro. Non è mancata la presenza di un testimone fedele e credibile quale è Concetta Petriliggieri, da anni missionaria a Mohanga presso la diocesi sorella di Butembo-Beni in Congo.

Le sue  toccanti parole hanno coinvolto i presenti  che hanno avuto modo di ascoltare esperienze drammatiche, ma intrise anche di speranza  nel loro articolarsi attraverso gesti di riconciliazione e di giustizia sociale. La veglia di preghiera è stata l’ennesima occasione per fare un bilancio d’inizio d’anno sulle nostre risposte alle tante situazioni di violenza presenti nel mondo, ma soprattutto per sentirsi spronati ad un’azione credibile all’insegna delle nonviolenza  e nello spirito del vangelo che privilegia gli ultimi e gli indifesi. Ce lo ha ricordato anche il papa nel suo messaggio di quest’anno per la giornata mondiale  per la pace. Un monito, ma anche un incoraggiamento  per iniziare con il giusto passo il nuovo anno: “Guardiamo con maggiore speranza al futuro, incoraggiamoci a vicenda nel nostro cammino, lavoriamo per dare al nostro mondo un volto più umano e fraterno, e sentiamoci uniti nella responsabilità verso le giovani generazioni presenti e future, in particolare nell’educarle ad essere pacifiche e artefici di pace.

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