La tradizione del pane degli Iblei pronta a diventare Dop

Il profumo del pane a pasta dura degli Iblei potrebbe presto varcare i confini locali con un marchio di qualità che ne attesti origine, lavorazione e unicità: è stato ufficialmente sottoscritto il protocollo d’intesa tra i Comuni del territorio per avviare l’iter di riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (Dop).

La firma, avvenuta nei locali dell’Assessorato allo Sviluppo Economico del Comune di Ragusa, ha visto la partecipazione dei sindaci e dei rappresentanti dei Comuni iblei, insieme a varie associazioni di categoria e culturali, al Comitato organizzatore e a quello scientifico, presieduto da Giuseppe Cicero.

«Fare del nostro pane di pasta dura un prodotto a marchio Dop – ha dichiarato il sindaco Peppe Cassì – significa riconoscere, tutelare e valorizzare la qualità non solo del prodotto, ma anche del lavoro dei produttori e del nostro territorio». Il disciplinare tecnico, redatto dopo mesi di studi e confronti da un team di esperti, diventa ora la base su cui costruire l’istanza da presentare al Ministero.

Un lavoro di squadra, come ha sottolineato anche l’assessore allo Sviluppo Economico Giorgio Massari: «Ringrazio i Comuni aderenti, il Comitato scientifico e in particolare Carmelo Iacono e Roberta Roccella, figlia del promotore dell’iniziativa Riccardo Roccella, che ci ha lasciati lo scorso anno. Questo percorso è anche un omaggio alla sua visione. Il riconoscimento Dop può essere un volano non solo per l’economia ma anche per il recupero delle tradizioni familiari e comunitarie legate al pane».

Il pane a pasta dura degli Iblei, prodotto con semola di grano duro locale, lunga lievitazione e cottura in forni a pietra, è il simbolo di una cultura che lega insieme agricoltura, identità e memoria. Il riconoscimento Dop non solo ne rafforzerà il prestigio, ma ne garantirà la tutela da imitazioni e ne aprirà nuove possibilità commerciali.

«Si tratta di un patrimonio immateriale e materiale che merita piena valorizzazione – ha aggiunto l’assessore –. Oggi compiamo un passo concreto per fare del pane degli Iblei un ambasciatore delle nostre radici».

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