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LA SPETTACOLARE “SCIUTA” DEL PATRONO DI GIARRATANA
25 Ago 2013 06:40
Una pioggia colorata. E un grido che esce dal cuore a sovrastare tutti: “Patronu”. Mentre un’onda umana si muove come se fosse animata da un’unica persona. Soprattutto quando discende le ripide scalinate della basilica. Non sono mancati i momenti suggestivi, emozionanti, carichi di fede e allo stesso tempo folkloristici. Di certo tra quelli più significativi in terra di Sicilia. Tutto questo, e molto altro, nella tradizionale “Sciuta” di San Bartolomeo Apostolo che, come ogni anno, si è consumata quest’oggi a Giarratana a mezzogiorno in punto, tra una folla di fedeli, in numero ancora più consistente rispetto al recente passato, che ha applaudito l’evento più atteso. Il simulacro del Patrono, spinto da una selva di mani, è venuto giù, è proprio il caso di dirlo, dopo l’uscita dalla chiesa di San Bartolomeo con un fragore di mortaretti e un diluvio di “nzaiareddi”, le caratteristiche strisce in carta di vari colori, con il rosso a predominare. Poi, più volte, lo stesso simulacro ha reso onore al tempio che lo ospita tutto l’anno con la movenza caratteristica, avanti e indietro, che ne determina l’andatura prima di dare il via alla processione. Per qualche minuto tutta Giarratana si è fermata e si è concentrata dinanzi all’edificio di culto che ospita il Patrono. La “Sciuta” è la tradizione religiosa che meglio raffigura il carattere forte e determinato dei giarratanesi. Ad anticipare il momento dell’uscita, il rullare dei tamburi di Giarratana, preceduto dal suono delle trombe egiziane. Poi, l’apoteosi. La tradizionale “Sciuta” è stata salutata da manifestazioni di giubilo. Quindi, la processione ha preso il via seguendo il tradizionale percorso cittadino caratterizzato, tra l’altro, dalla visita della chiesa di Sant’Antonio Abate. La seconda processione si terrà stasera a partire dalle 21.
La solenne concelebrazione di questa mattina è stata presieduta, alla presenza, tra gli altri, del parroco, don Gino Ravalli, e di don Pippo Occhipinti, dal vescovo della diocesi di Ragusa, mons. Paolo Urso. “E’ un momento bello per la comunità di Giarratana – ha detto il vescovo – perché rappresenta un momento di grande aggregazione, di grande festa, di grande gioia. Ed è importante che la gente percepisca che la festa si fa insieme, soprattutto con chi vive momenti di difficoltà. Non ci può essere felicità in uno e tristezza nell’altro. Ecco perché nei momenti di festa dobbiamo stimolare il senso della solidarietà e della vicinanza nei confronti di tutti. E poi dobbiamo chiederci se noi siamo veramente persone in cui non c’è falsità. Perché quando Gesù incontra Natanaele, che la tradizione dice essere lo stesso Bartolomeo, afferma: “Ecco un uomo in cui non c’è falsità”. Se noi vogliamo essere devoti di San Bartolomeo, dobbiamo essere uomini e donne senza falsità”. Alla cerimonia religiosa di questa mattina erano presenti le massime autorità civili, tra cui il sindaco Lino Giaquinta, i componenti della Giunta municipale, i consiglieri comunali, il sindaco di Monterosso, Paolo Buscema, e il vice sindaco di Chiaramonte Gulfi, Laura Turcis. Presenti anche i componenti della comunità S. Nicolò-Ss. Salvatore di Militello Val di Catania che hanno donato, al termine della santa messa, una targa ai componenti del comitato di San Bartolomeo.
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