LA SORPRESA SPAGNOLA

 

Per quanto la Spagna appartenga ai paesi di tradizione vitivinicola, la produzione enologica spagnola è sempre stata a livello quantitativo di gran lunga minore rispetto a quella francese e italiana. Paesi questi ultimi, che da sempre si sono contesi di anno in anno il primato di primo produttore di vino del mondo.

Negli ultimi anni, però, la situazione è cambiata notevolmente e la Spagna, che occupava la terza posizione con un stacco che sembrava incolmabile, è riuscita con l’annata 2014 a sorpassare l’Italia. Complice di ciò è stata anche un’annata non propriamente felice per l’Italia. Ma non basta questo incidente di percorso, per spiegare l’incredibile crescita produttiva spagnola. Piuttosto di un’Italia che cresce poco, almeno per quanto riguarda la sfera enologica, siamo di fronte a un paese vocato all’enologia, come è la Spagna, ma che in passato non ha approfittato delle sue reali potenzialità. Soltanto oggi si vedono i frutti dello sforzo intrapreso negli anni Novanta, per colmare questo vuoto di produzione dettato probabilmente sia da una economia isolata, come era in epoca franchista, sia dal sorprendentemente basso livello di consumo di vino degli spagnoli. Se oggi si assiste a un progressivo ridimensionamento del consumo di vino in Italia e Francia, in Spagna non si è mai avuto un consumo pari a quello nostrano. La necessità di produrre più vino è stata stimolata dal mercato estero e dal turista straniero, piuttosto che dal mercato interno, che anzi ha visto una leggera flessione del consumo di vino, come in tutti i paesi di tradizione vitivinicola.

L’Italia si attesta quindi nella terza posizione, evento che non si era mai verificato, almeno da quando si calcola la produzione vinicola delle nazioni. Questa notizia però non deve allarmare assolutamente. Si tratta infatti del quantitativo prodotto, che non è in relazione assolutamente con il concetto di qualità. Si può produrre anche il doppio dell’Italia o della Francia o di un altro paese vitivinicolo, ma ciò non significa necessariamente che si stia producendo un prodotto di buon livello. Per quanto riguarda la Spagna è indubbio che esistono prodotti di grande pregio, capaci di competere con le etichette più blasonate del mercato estero. Basti pensare ai grandi vini della Rioja. Detto questo però, bisogna constatare che la Spagna presenta anche un dislivello notevole tra grandi vini e vini mediocri o peggio. Se i vini di fascia alta sono di tutto rispetto, nei vini di media e bassa fascia il panorama non è molto omogeneo ed è facilissimo imbattersi in vini decisamente sgraziati.

L’enorme crescita produttiva della Spagna vitivinicola non si è tradotta in un importante innalzamento medio della qualità. La produzione è cresciuta, così come le esportazioni, ma la crescita di produzione e di richiesta concerne soprattutto il vino sfuso.

Per quanto riguarda l’Italia, la produzione di vino sfuso è andata negli ultimi vent’anni progressivamente diminuendo, sia per le politiche attuate che hanno puntato a un innalzamento complessivo della qualità del vino italiano, sia perché congiuntamente il mercato interno ed estero si è interessato sempre di più ai vini italiani di fascia medio alta, relegando l’acquisto di vini di fascia bassa ad altri paesi.

Detto ciò è probabile, a scanso di eventi eclatanti, che la Spagna, negli anni a venire, percorrerà lo stesso sentiero dell’Italia, innalzando progressivamente il livello qualitativo dei suoi vini.

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