“LA SICILIA SEMPRE GRANAIO D’ITALIA?

 

Qualche mese fa abbiamo iniziato, con l’aiuto di  un turista “fantasma”  un viaggio fatto, come tutti i viaggi,  di momenti divertenti e di altri meno piacevoli che ci ha portato a visitare una parte della Sicilia orientale.

Il nostro  turista viaggiando per la Sicilia si  è domandato come meravigliose testimonianze antiche e paesaggi mozzafiato siano supportate da poca cura nella  loro valorizzazione.

 

A Taormina ci siamo resi conto di come, questa piccola cittadina arroccata su di un promontorio e collegata al mare dalle sue funivie, riesca ad ospitare un turismo ricco e a trasformarlo in  un motore utile alla sua crescita.

 

Abbiamo anche visto come  sia difficile trapiantare il “metodo” Taormina in altri centri turistici più grandi e ci siamo resi conto che solo Taormina al momento (si spera) è  una splendida realtà, in una Sicilia poco pronta ad affrontare il turismo di massa.

 

E’ vero che la Sicilia è sempre stata una meta turisticamente molto ambita, soprattutto da parte degli stessi Italiani e  che ultimamente ha ricevuto una spinta turistica molto forte grazie anche alla pubblicità che molti produttori cinematografici e televisivi hanno fatto per promuovere le bellezze della nostra terra.

 

 I siciliani si sono ritrovati ad affrontare una situazione alla quale non erano preparati, caratterizzata  da un afflusso turistico notevolmente  aumentato ma  con strutture ricettive non ancora adeguate  a ricevere un flusso tale.

Le soprintendenze, da parte loro, non sono organizzate per  rendere le visite gradevoli anche per la mancanza di fondi e a volte, purtroppo, per lo sperpero di denaro pubblico impiegato in iniziative futili.

 

Parliamo quindi di una situazione paradossale: la Sicilia ha i turisti ma non le strutture, ha l’afflusso ma non la preparazione adeguata. 

 

Per risolvere questa situazione non basta solo l’impegno delle amministrazioni comunali, peraltro già sommerse dai debiti, e nemmeno quello delle province, che sempre meno hanno questo obiettivo fra le loro priorità.

 

Occorre  una sinergia  che  dal Ministero dei Beni Culturali deve radicarsi fin nei più piccoli Comuni  per sviluppare il  settore turistico che in Italia è sempre stato poco sfruttato e che invece potrebbe da solo dare un po’ di respiro a tutti, grazie al ritorno economico sicuro che si avrebbe.

 

Ai tempi di Roma e dell’impero romano  la Sicilia era definita il granaio d’Italia, definizione   più che mai centrata perché  grano può essere il cereale in senso letterale oppure la base, le fondamenta.

 

Come  il grano è la base  per la nostra cucina, così la Sicilia può esserlo per l’Italia stessa.

 

E’ questo il sogno di chi ama la terra sicula ricca di storia, di cultura, di contraddizioni, di lunghe estati afose, di innata ospitalità e di paesaggi dalla bellezza suggestiva e indiscussa.

 

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