LA RIVOLUZIONE CULTURAL-ECONOMICA ITALIANA

A saper leggere i quotidiani della domenica, si colgono le verità nazionali, che nessun giornale scriverà mai apertamente.  Su “Il Foglio”, i Figli del Sessantotto, nei diversi ruoli, ammettono il fallimento culturale e politico derivante da quegli anni di Demolizione Cultural-maoista, che lo stesso Ferrara ha capito già da 20 anni. Qualcun altro dà la pennellata finale e conseguente :            su “Il Tempo” viene confermata dagli stessi protagonisti politici la ” derivata ” corruzione di tutto il mondo politico. Già dal Primo Triumvirato (Cesare – Pompeo – Crasso) si ammetteva che senza i “sesterzi” di Crasso, Pompeo e Cesare non sarebbero andati da nessuna parte, in quanto nemmeno i cavalli dell’epoca si sarebbero potuti allontanare da Roma, facendo a meno della biada. Stupirsi e scandalizzarsi perché i politici aspirino a vivere da ricchi è un “nonsense”,                           la “Morale” è categoria abbastanza lontana dalla Politica, anche perché non si capisce che il grande chirurgo possa guadagnare milioni, il politico dovrebbe contentarsi di spiccioli. Il problema dovrebbe essere posto in termini diversi : il politico portatore di programmi capaci di creare benessere alla società deve essere adeguatamente retribuito (in immagine ed in pecunia); chi sbaglia, immediatamente espulso, senza coperture o favoritismi. Ridurre il numero di parlamentari, perché i portatori di progetti non sono, né potrebbero essere, numerosi. Dunque, il problema italiano è l’ipocrisia, che viene troppo spesso insegnata dalle famiglie, dai  preti, resa addirittura arte dai politici. La “Verità”, se dispensata in dosi massicce, farebbe un gran bene all’Italia tutta. Farebbe capire che i Grandi Fustigatori non hanno mai combinato niente : nella Rivoluzione Francese hanno tutti ricevuto il taglio della testa. Quindi, per risorgere l’Italia ha bisogno di selezionare i suoi uomini, a seconda dei Programmi, delle idee, troppo a lungo non adottati, perché boicottati a tutti i livelli. Per fare ciò, è necessario un Accordo tra Sinistra, che sembra godere dei favori dei sondaggi, della Vera Area Liberale delle Idee e Programmi, del Centro-Destra rappresentante della Borghesia, stanca d’essere continuamente chiamata ai salassi, culturali e fiscali, per di più annoiata dagli slogan, lanciati dai troppi “Senza-idee”. Gli Italiani – Lega Italica  in questa logica aspirerebbero a contribuire alla fornitura delle idee e programmi del “fare”, dal campo agricolo a quello dei trasporti, al salvataggio di comparti industriali, come del commercio o dell’artigianato o dei servizi, onde l’industria possa essere “assistita” da tutti i lati. In altri termini, l’economia reale, rilanciata a tassi annui “cinesi”, potrebbe assicurare il salvagente anche per ristrutturare lo stesso Debito Pubblico, affrancandoci dai presuntuosi teutonici. La Lega Italica ritiene comunque che solo la cultura italiana, gestita con grande buonafede e collaborazione  nazionale, possa rilanciare la stessa Europa, non viceversa.

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