La refezione scolastica non parte. Le proteste dell’opposizione. La sindaca Schembari incontra i genitori

Dibattito sulla refezione scolastica a Comiso. I partiti di opposizione protestano perché quest’anno il comune dovrà rinunciare alla refezione scolastica.

La sindaca Maria Rita Schembari ha spiegato i motivi. Le cucine sono vecchie di 50 anni (ereditate dalle cucine della mensa ufficiali dell’Aeronautica militare quando era in funzione il vecchio aeroporto militare e poi la base della Nato) e servivano degli importanti interventi di manutenzione. Ad esempio, al momento funziona solo uno dei quattro forni In alcuni casi non è più possibile reperire i pezzi di ricambio. Il comune ha ricevuto un finanziamento a fine agosto e si potrà far partire un bando per la fornitura delle nuove cucine. Ma per far questo bisognerà attendere l’approvazione del bilancio di previsione 2023-2025. Quindi – ragionevolmente – non si potrà avviare il servizio se non nei primi mesi del prossimo anno.

Schembari: “Avremo cucine sicure e funzionali”

La sindaca Schembari ha spiegato con un video alla città le scelte compiute.  Schembari ha fatto sapere che in questi giorni sono in pagamento per le famiglie i rimborsi delle spese sostenute lo scorso anno per il servizio di refezione scolastica lo scorso anno. Anche quest’anno, i genitori dovranno – almeno per i primi mesi – sostenere direttamente i costi dei pasti dei bambini.

“Il rifacimento delle cucine è un obiettivo che ci siamo posti per il benessere del personale – ha detto Schembari – E ci porterà ad avere delle cucine più efficienti, sicure e funzionali per la preparazione dei cibi dei nostri bambini. Comprendiamo i disagi dei cittadini, ma un’amministrazione oculata non poteva che indirizzarsi in questa direzione”.

Nel pomeriggio, la sindaca Schembari ha incontrato i dirigenti scolastici ed i rappresentanti dei genitori spiegando loro la situazione e i tempi previsti per il riavvio del servizio.

Gaetano Gaglio (Lista Spiga): “Il comune non si è organizzato per tempo”

I gruppi di opposizione incalzano e dicono la loro. “Non è vero che il servizio non è partito il 15 Ottobre perché dopo pochi giorni si sarebbe dovuto interrompere per l’avvio dei lavori di rifacimento delle cucine. L’Amministrazione non ha portato in consiglio comunale il bilancio di previsione 2023-2025 e senza questo non si può usare un euro dei fondi regionali necessari. Forse a novembre avremo il bilancio, poi ci sarà la procedura di affidamento dei lavori e quindi prima di gennaio ’24 non comincerà alcun intervento di ristrutturazione. Non è vero che era necessario rifare tutte le cucine per erogare la refezione. I danni attuali sono la perdita di gas da un fornello, un forno inutilizzabile e un pentolone con dei problemi di funzionamento. Ci fosse stata la copertura finanziaria e ci si fosse organizzati per tempo si poteva fare un intervento tampone e rinviare all’estate l’investimento per le cucine nuove”.

Inoltre – secondo Gaglio – il motivo vero per cui non parte la refezione scolastica è un altro. “Gli uffici hanno risposto che non ci sono i soldi per comprare il cibo”.

A suo parere, non si è fatto tutto il possibile. “Il finanziamento regionale è stato assegnato a metà agosto, incassato a fine agosto ma solo il 21 settembre l’amministrazione ha deciso di procedere con il rifacimento delle cucine. Il vero problema che ha impedito l’avvio del servizio è dunque la “solita” assenza dell’approvazione del Bilancio di previsione. Da sei anni le giunte Schembari non sono mai riuscite ad approvare il bilancio entro i tempi dovuti. ”Inoltre – aggiunge Gaglio –  il bilancio precedente, quello dell’anno scorso, era fatto male: prevedeva fondi assolutamente ridicoli per servizi essenziali come le manutenzioni e la refezione. Da luglio il comune non poteva più spendere un euro per il cibo. Si sapeva quindi che ci sarebbero stati enormi problemi a fare partire la refezione, altro che cucine da rifare e sicurezza di bambini e lavoratori. Non si sono cercate le risorse per il servizio sostitutivo, non si è deciso di fare aggiustamenti minimi per fare funzionare le cucine, non ci si è organizzati per tempo. E adesso si è scaricato tutto sui genitori, cercando di coprire il sole con la rete, un rimborsino con fondi del Ministero. Una goccia nel mare degli sforzi che le famiglie dovranno affrontare almeno fino a gennaio 2024”.

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