La protesta si sposta dalla tenda di Vittoria al Castello di Acate

   L’Incontro
che ho promosso, unitamente ai Movimenti “Altra Agricoltura” e “Riscatto”,
presso la Sala Conferenze del Castello dei Principi di Biscari di Acate, non è
altro che la continuazione di quella serie di appuntamenti che ormai, da tempo,
ci vedono protagonisti nel denunciare la gravissima crisi che sta attanagliando
la nostra economia ed, in modo particolare, il comparto agricolo. I segnali che
ci arrivano da più parti purtroppo non sono affatto rassicuranti. L’incontro
tenutosi presso il Castello di Acate vuole lanciare, innanzitutto,  un importante messaggio: la protesta si sposta
dalla “Tenda” di Vittoria ad Acate, per coinvolgere tutte le comunità della
Sicilia. Si rende necessaria la sensibilizzazione, il coinvolgimento delle
Istituzioni e dei cittadini, tenuto conto della posta in gioco, cioè la
sopravvivenza di migliaia di imprese e famiglie. Siamo ben consci di dover affrontare
una battaglia impari e difficile che va combattuta anche con le modeste risorse
che abbiamo a disposizione. Debbono scendere in campo le Amministrazioni
comunali, tutti i Sindaci e i Consigli comunali, gli Onorevoli regionali e
nazionali e, soprattutto, i Cittadini comuni. Non ci troviamo, è bene rilevare,
di fronte  ad un gruppo di disperati mossi
da interessi personali, bensì a persone serie che hanno preso a cuore le sorti
della nostra amata Sicilia, della Zona Ipparina, dei nostri Comuni e che,
quindi, vanno sostenute ed appoggiate con la presenza, la collaborazione e con
qualsiasi mezzo si abbia a disposizione.

Proprio
per questo motivo l’Amministrazione Comunale di Acate ha immediatamente messo a
disposizione il Castello, come sede di incontro, collaborando
all’organizzazione dell’evento. Un evento che ha anche una grande valenza
culturale oltre che economica e morale e che ha visto la partecipazione di
importanti rappresentanti dell’associazionismo, dell’imprenditoria, dei
Movimenti di lotta per gridare: noi siamo qui, non intendiamo mollare e andremo
avanti fino al raggiungimento della vittoria finale, in quanto il nostro
auspicio è quello del trionfo, finalmente, della vita e del lavoro, perché in
caso contrario per la Sicilia non ci sarà nessuna speranza.

Alla
luce delle drammatiche notizie riferitemi dai volontari della Protezione Civile
di Acate, impegnati fino a tarda notte a Chiaramonte,  sono arrivato alla drammatica conclusione:
ormai è in fase avanzato un gravissimo processo di desertificazione della
Sicilia. Molte nostre contrade, un tempo lussureggianti, oggi sono ridotte a
deserto. Basterà un fiammifero per cancellare secoli di lavoro e di storia. Ma
questa tragedia gode dell’indifferenza generale. Non c’è, pertanto, solo il
problema di una singola azienda o di questa o quella realtà economica, bensì la
sopravvivenza dell’intera comunità siciliana. E’ arrivato il tempo di aprire
gli occhi e la mente.

 

 

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