La povertà in provincia di Ragusa secondo il rapporto dell’Istat. Ci sarebbero almeno 100 famiglie in più rispetto al 2020

“Quasi un cittadino su quindici della provincia di Ragusa è povero. Ma non di quella povertà che non ti permette di andare in vacanza ad agosto, quanto piuttosto di quelle che ti costringe a misurare ogni euro quando si va a fare la spesa”.

E’ quanto evidenzia la segretaria generale della Cisl di Ragusa e Siracusa, Vera Carasi, sottolineando come il rapporto annuale Istat certifichi una situazione al limite per decine e decine di famiglie dell’area iblea, ossia l’8,9% della popolazione locale, in forte crescita nel 2020 rispetto all’anno precedente quando era “solo” il 7,6%. Che tradotto in valori assoluti fanno un centinaio di famiglie in più.

“Come possiamo quantificare la condizione “assoluta” come la definisce l’Istituto di statistica? Dipende da diversi fattori – spiega Carasi – tra i quali dove vive e la composizione del nucleo familiare. Facciamo degli esempi: una famiglia composta da due trentenni e da due figli alle scuole primarie è considerata povera se, vivendo in una grande città del nord, non riesce a guadagnare complessivamente almeno 1.680 euro al mese. Tenuto conto del costo degli affitti per l’abitazione o del mutuo e delle spese fisse generali, quel che rimane è davvero minimo. La stessa situazione ma al sud e in un piccolo comune di provincia scende a 1.230 €, considerando dunque il differente costo della vita.

E ancora, un anziano solo di oltre 75 anni, non è povero se ha redditi mensili per almeno 700 € circa, ma solo se vive in un comune di almeno 50mila abitanti nell’Italia centrale e che non sia una città metropolitana. Ne servirebbero 65 in più se abitasse in una grande città del nord ma 140 in meno se la stessa grande città fosse al sud Italia”. Un’altra valutazione, poi, è legata a un fattore specifico. E cioè l’incidenza tra le famiglie aumenta vertiginosamente al crescere del numero dei figli. Più di una su cinque tra quelle con tre minori si trova in questa condizione. “I poveri, dunque – afferma Carasi – sono soprattutto giovani.

E se si pensa che la povertà sia correlata esclusivamente ad una situazione di disoccupazione o marginalità sociale, un dato potrebbe stupire: il 13,2% delle famiglie che ha come persona di riferimento un operaio è considerato “assolutamente povero”. Ecco perché ha ragione Papa Francesco quando sostiene che i poveri non sono persone esterne alla società. Bisogna fare di più per alleviare il loro disagio e l’emarginazione, perché sia loro restituita la dignità perduta ed assicurata l’inclusione sociale necessaria. Anche sul territorio della provincia di Ragusa dove questo fenomeno, a prima vista, sembra essere più nascosto e più difficile da individuare”.

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