La porno scaccia ragusana bloccata dagli algoritmi social

Non sappiamo se siano stati i fornai di Modica ad avanzare anonime segnalazioni, o se l’abbia fatto qualche “paninaro” altolocato, magari a stelle e strisce, ma la “scaccia ragusana” è stata bloccata da Facebook. O meglio, è stata bloccata la foto e segnalata come contenuti per adulti. La foto che vedete a corredo del nostro articolo è stata infatti oscurata. Perché ?

Non era buona la forma? C’erano dosi sbagliate? C’era troppo formaggio? No, nulla di tutto ciò. E’ intervenuto un algoritmo automatico, quello di Facebook, che ha stabilito, facendo un rapido controllo, che quella foto di “scaccia ragusana” potesse essere non una prelibata pietanza gastronomica ma una foto addirittura “pericolosa”. Al punto tale che l’algoritmo di Facebook l’ha segnalata come “Contenuti forti o violenti”. Solo chi è realmente interessato e manifesta la volontà di vedere la foto oscurata, deve cliccare e finalmente potrà scoprire cosa si cela dietro la foto misteriosa, tra l’altro postata online da una donna che nella vita è un’educatrice.

Ebbene, non c’è nulla di pornografico, ma appunto c’è la foto della scaccia. Per l’insolita forma e per quel colore rosso intenso, il “freddo” algoritmo avrà probabilmente immaginato che quella potesse essere una foto di chissà quale parte del corpo umano o chissà quale scena di violenza e di sangue era stata postata. Nel dubbio ha nascosto la foto alla pubblica visione.

Ecco, gli algoritmi decidono al posto di noi umani. Perché Facebook, che deve dar conto a miliardi di utenti ogni giorno, non ha un numero sufficiente di operatori umani che siano in grado di controllare. E del resto non ne avrebbe nemmeno le risorse economiche e non ce la farebbe mai. Ed allora si affida ai bot, o meglio ai robot, agli algoritmi che, secondo determinate metriche, decidono al posto degli umani. A volte sbagliando clamorosamente. E così la foto della scaccia ragusana viene bloccata senza un ben preciso motivo, forse perché è troppo rossa e assomiglia a qualcosa che l’intelligenza artificiale rileva come pericolosa. E purtroppo non è l’unico caso.

Qualche anno fa la pubblicazione di un quadro di un notissimo pittore ibleo del gruppo di Scicli, noto in tutta Italia, spinse Facebook a censurare la foto. Riproduceva una donna di spalle con un vestito che aveva una scollatura ampia. Un’opera bellissima e normale. Ma per il social network e per i suoi algoritmi, la foto di quell’opera riproduceva un nudo femminile. E anche a far “ricorso”, perchè è possibile chiedere un controllo ulteriore, è stato praticamente inutile.

Ecco, già oggi comandano gli algoritmi e decidono per noi. Lo fanno già da tempo in verità. Quante volte siete stati sul sito web di una compagnia aerea e avete cercato un volo e poco dopo, rientrando, l’avete trovato più caro? In verità non è diminuita l’offerta ma gli algoritmi hanno capito che voi siete tornati sul sito, che siete più interessati e dunque vi hanno proposto lo stesso biglietto a prezzo più alto. Stessa cosa sui siti web degli aggregatori degli hotel e delle case vacanze.

Algoritmi che sono senza pietà e “contro” i quali, hai poche chance. E nemmeno gli operatori di Facebook riescono ad “aggirarli”. Chi vi scrive è stato “punito” e bloccato su Facebook per un anno, si un anno. L’ha deciso l’algoritmo senza un motivo specifico. Ho fatto ricorso, ho parlato con più operatori e tra l’altro attivando tutte le procedure, alla fine esce il messaggio che il mio account è stato sbloccato rispetto alle restrizioni imposte. Ma non è vero. Continua ad essere bloccato e non mi permette di effettuare pubblicazioni sulle pagine. E nemmeno gli operatori umani di Facebook sono riusciti a superare queste limitazioni ripristinandomi tutte le funzionalità.

Comandano gli algoritmi. Almeno oggi. Domani forse saranno gli umanoidi a prendere fredde e poco empatiche decisioni per noi. A volte il futuro potrebbe farci paura. Ma nel frattempo becchiamoci la foto censurata della “scaccia ragusana”. Manco fosse stata una patata (bollita).

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