È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA POLIZIA GIUDIZIARIA ARRESTA SCAFISTA TUNISINO
02 Giu 2014 04:44
La Polizia Giudiziaria esegue il fermo di EL HAMDI Abd El Karim, nato in Tunisia il 18.10.1980 in quanto responsabile del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari di varie nazionalità. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
Il fermato unitamente agli altri associati presenti in Libia, è quindi responsabili di aver condotto dalle coste libiche a quelle italiane un peschereccio carico di 266 migranti provenienti prevalentemente dalla Siria molti dei quali minori.
I FATTI
In data 31.05.2014 alle ore 23.00 circa la nave mercantile “North Guardian” veniva inviata in acque S.A.R. libiche al fine di trarre in salvo numerosi migranti che si trovavano a bordo di un fatiscente peschereccio che stava imbarcando acqua.
Il comandante della nave mercantile nonostante avesse delle importanti merci deperibili a bordo dirigeva (così come prevede il codice della navigazione) nel punto di mare segnalato e soccorreva tutti e 266 migranti.
Alle ore 03.00 di giorno 1 giugno su disposizione delle Autorità Italiane la nave mercantile giungeva al porto di Pozzallo.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico, operazioni alle quali partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato, altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.
Prima delle fasi di sbarco la Polizia Giudiziaria e la Polizia Scientifica unitamente ai medici della Sanità Marittima (che si occupano delle prime visite ed autorizzano da un punto di vista sanitario i soggetti che possono sbarcare) salivano a bordo del rimorchiatore al fine di iniziare a cercare elementi utili per le indagini.
Nelle more delle fasi di sbarco il Funzionario di Polizia responsabile dell’Ordine Pubblico si occupava di trasferire tutti gli ospiti del centro di Pozzallo al fine di poter accogliere quelli appena giunti. La macchina organizzativa della Questura è ormai rodata per certi ritmi, difatti contemporaneamente allo sbarco venivano organizzate le partenze per la mattina seguente al fine di svuotare il centro, difatti 250 venivano poi trasferiti a Trapani e 160 a Messina, il tutto a bordo pullman. Dei migranti rimasti a Ragusa alcuni venivano inviati al centro di c.da Cifali a Ragusa ed altri presso i locali del C.P.S.A. sito all’interno della succitata area portuale al fine di sottoporli alle difficoltose e delicate fasi di identificazione da parte di personale del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica della Questura di Ragusa, del Servizio Polizia Scientifica della Direzione Centrale Anticrimine di Roma e dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Ragusa.
Dopo il soccorso e l’assistenza sanitaria dei migranti, la Polizia di Stato iniziava le procedure di identificazione e di intervista insieme agli interpreti, considerato che poche ore dopo giungeva un altro sbarco con 450 migranti.
LE INDAGINI
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa ed il Servizio Centrale Operativo Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, collaborati da un’aliquota della Sez. Oper. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo ed un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica hanno iniziato le indagini sin dai primi istanti dell’approdo della nave mercantile in banchina, il tutto in piena notte. Gli investigatori avevano appena terminato le attività d’indagine che aveva portato al fermo di 5 scafisti tunisini, ma nonostante questo senza mai riposare, nella stessa notte venivano avviate le indagini sullo sbarco dalla nave mercantile.
A bordo del mercantile i sospetti ricadevano tutti su un giovane tunisino difatti dopo poche ore di interrogatorio in presenza dell’avvocato, lo scafista ha confessato ed il tutto è stato confermato dai testimoni, sempre fondamentali per questa attività
I migranti hanno raccontato di violenze durante la permanenza nei centri di reclutamento in Libia per poter partire per il viaggio in Italia.
Al termine delle indagini durante 20 ore gli investigatori hanno appurato che in questo caso i migranti sono partiti tutti dalle coste libiche e che l’organizzazione composta da cittadini libici e siriani ha incassato centinaia di migliaia di dollari.
LE TESTIMONIANZE
I racconti dei migranti fondamentali per le indagini:
- Lo scafista:
ho condotto io il natante con i clandestini, sono io lo scafista e vi spiego come mi sono ritrovato in questa situazione.
Ero in un bar in Libia e c’era un procacciatore di clandestini, il quale mi ha contattato e mi ha chiesto se volevo partire in Italia. Lo stesso, ricevuta da me risposta affermativa mi diceva che il viaggio avrebbe comportato per me la spesa di 1.000 dinari libici. Dopo qualche giorno lo stesso mi ha chiesto se conoscessi il mare e se avessi conoscenze di marineria ed io ho riposto di si in quanto in passato ero stato imbarcato in un peschereccio.
Appreso ciò l’organizzatore mi ha proposto dapprima uno sconto e successivamente di pagarmi a viaggio ultimato 1500 $.
All’atto della partenza ho avuto indicazioni dal suddetto ******* che doveva essere lui a chiedere l’intervento in mare dopo aver ricevuto da me più telefonate con le quali di volta gli segnalavo il punto marino ove mi trovavo.
Mi avevano detto che l’imbarcazione doveva essere appunto soccorsa in acque internazionali e non mi ha detto che fine avrebbe fatto.
· Un migrante siriano:
Sono entrato nello stato della Libia circa diciotto giorni fa, portandomi direttamente nella città di *******, nell’abitazione di un mio amico, preciso che io già il mio viaggio clandestino per l’Italia lo avevo organizzato dalla Siria, difatti il personaggio da me contattato mi aveva proposto di farmi arrivare a ******** ed io invece ho optato per stare come detto a casa del mio amico.
Per l’organizzazione del viaggio ho pagato la somma di 1.500$ USA che ho consegnato al personaggio libico appena lo stesso mi ha chiamato dicendomi che la partenza era prossima. Qui il personaggio mi ha fatto alloggiare in un fabbricato tipo appartamento dove già vi si trovavano circa ventina persone. Qui sono rimasto per circa 10 giorni senza potere uscire per nessun motivo, difatti al nostro sostentamento alimentari ci pensava questo personaggio a rifornirci di viveri e ad informarci sulla presumibile data di partenza, anche se lo stesso la procrastinava sempre di giorno in giorno. Verso le ore 18:00 del 26/05/2014 mi veniva a prendere sempre lo stesso personaggio libico che unitamente ad altri suoi connazionali ed a bordo di più Jeep ci facevano salire a bordo a 10 persone per auto. Dopo circa mezz’ora di strada, cui nel frattempo del tragitto ci fermavano presso altri appartamenti per prelevare altre persone che dovevano partire, appena i mezzi erano pieni, ci conducevano in una spiaggia situata poco distante. Appena arrivati sul posto convenuto, ci hanno fatto scendere dai mezzi ed incamminare per l’arenile per circa altra mezz’ora, sempre accompagnati da persone libiche che ci scortavano. Arrivati sul posto, notavo che già ad aspettare ci stavano altri libici, il quale dicevano di entrare in acqua e camminare in direzione di due gommoni che già erano ad attenderci sull’acqua con a bordo due libici per gommone. Ci facevano sistemare su tale natante in un numero di 20-30 persone alla volta, per poi, dopo circa un quarto d’ora di navigazione, verso il largo (la navigazione è stata brevissima) ci attendeva una barca in legno. Appena salito a bordo notavo la presenza di altri migranti che già erano stati trasbordati, ed unitamente a questi vi erano alcuni personaggi libici, che provvedevano a farci trasbordare sulla barca di legno e ad assegnarci il posto in barca. Dopo l’ultimazione delle fasi di imbarco verso iniziava la nostra navigazione per l’Italia. Durante tutto il viaggio non ci hanno dato da mangiare, nè da bere, difatti i bambini sono arrivati in condizioni pietose, così anche le donne, qualcuna in stato interessante, si sentivano male. Le condizioni meteo marine erano variabili, difatti siamo partiti con il mare calmo e con il trascorre del tempo, nella notte di venerdì, il mare si era fatto agitato con onde alte. Preciso altresì che ad un certo punto del viaggio, abbiamo rischiato di ribaltarci con la barca, poiché le persone che si trovavano ammassate sotto coperta avevano difficoltà di respirazione e, per tale motivo, si spostavano in continuazione producendo pericolosi movimenti ondulatori della barca.
LA CATTURA
Le indagini condotte dagli investigatori durate quasi 20 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reo anche di essersi associato con i libici e siriani al momento ignoti.
Ogni migrante ha pagato in media circa 1.500 dollari (i siriani hanno pagato molto di più rispetto agli altri) per un totale di circa 400.000 di dollari che sono andati quasi tutti agli organizzatori ed una piccola parte allo scafista.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Squadra Mobile di Ragusa gli arrestati sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea anch’essa impegnata sul fronte immigrazione costantemente.
In corso complesse indagini con i gruppi di investigatori presenti in territorio estero sugli altri componenti dell’associazione a delinquere di cui il fermato fa parte.
LA GESTIONE DELL’ORDINE PUBBLICO
La Polizia di Stato responsabile dell’Ordine Pubblico così come delle indagini in materia di criminalità straniera, sta gestendo la “macchina” organizzativa con grande dedizione permettendo un fluido arrivo e contestuale partenza verso altre mete dei migranti a bordo dei charter messi a disposizione del Ministero dell’Interno così come accadrà nella data di oggi.
Gli uomini e le donne della Polizia di Stato stanno dando grande esempio di professionalità e spirito di abnegazione.
L’Ufficio Ordine Pubblico per disposizioni del Questore di Ragusa Giuseppe Gammino sta organizzando partenze via charter per tutti i migranti trasferendoli in altri centri del nord Italia.
BILANCIO ATTIVITA’ POLIZIA GIUDIZIARIA
Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 51 scafisti dalla Polizia Giudiziaria a Pozzallo e sono in corso numerose attività di collaborazione tra le Squadre Mobili siciliane al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste libiche a quelle Italiane.
Gli investigatori sono stanchi ma motivati, non fanno un passo indietro, sono sempre li in prima linea, barba incolta ma mai domi nel continuare a voler dimostrare capacità di reazione per combattere il crimine organizzato transnazionale.
“siamo pronti ad affrontare ogni tipologia di emergenza, ma che sia chiaro che la Polizia Giudiziaria non arretrerà di un millimetro rispetto alla determinazione di eludere le leggi da parte degli scafisti”.
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