LA POLIZIA DI STATO ARRESTA 5 PERSONE A COMISO (RG).

La Polizia di Stato –Squadra Mobile di Ragusa, Squadra Mobile di Siracusa e Commissariato di Comiso – ha tratto in arresto ALEW Yosef, nato il 7.06.1989 in Etiopia, residente a Chiaramonte Gulfi (RG), MOHAMMED NUR Mohammed Jimie nato il 01.01.1987 in Eritrea, residente a Comiso (RG), RAFIQUE Junaid, nato il 7.08.1989 in Pakistan, residente a Comiso (RG), ABE Nagawo, nato il 01.05.1990 in Eritrea e residente a Chiaramonte Gulfi (RG), e NASRALLAH Fouad, nato il 27.04.1962 a Casablanca (Marocco) e residente a Comiso.

Gli stranieri sopra menzionati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Ragusa a disposizione della Procura della Repubblica Iblea, in quanto hanno privato della libertà più persone, tra le altre una minore di 15 anni che li ha denunciati e riconosciuti, al fine di trarne un profitto economico. Sono accusati anche del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, poiché hanno commesso atti diretti a favorire l’emigrazione verso paesi del nord Europa.

 

LA GENESI DELL’INDAGINE

 

La delicata e complessa indagine nasce a Siracusa 3 giorni addietro quando la Squadra Mobile viene a conoscenza di un probabile sequestro di persona, poiché una minore aveva contattato i familiari residenti all’estero per ottenere un versamento di 200 euro su una carta prepagata al fine di poter riacquistare la libertà.

Gli investigatori dopo i delicati e complessi accertamenti sulla veridicità della notizia, riuscivano ad individuare la città di Comiso (RG), luogo dove probabilmente la donna era tenuta segretata ma purtroppo non si aveva idea dell’abitazione utilizzata dai presunti sequestratori.

 

L’OPERAZIONE DI POLIZIA A COMISO

 

La Squadra Mobile di Ragusa ed il Commissariato di Comiso, unitamente a personale della Polizia di Stato di Siracusa effettuavano ieri pomeriggio nel territorio casmeneo un’attività di osservazione dei luoghi frequentati da cittadini stranieri ed in particolar modo delle stazioni di partenza di autobus per il nord Italia.

L’intuizione degli agenti di Polizia, unita all’attività tecnica della Squadra Mobile di Siracusa, hanno permesso di individuare un gruppo di eritrei in partenza per Milano. Tra i migranti vi erano diverse donne e tutte stavano partendo allo stesso momento, ad eccezione di una sola ragazza che gli investigatori riconoscevano (grazie alle foto inviate dai parenti) nella minore che non aveva ancora pagato e per questo non in partenza ma, in compagnia di altri uomini.

Mentre parte degli uomini della Squadra Mobile bloccava il pullman in zona di sicurezza così da evitare allarmismi nei sospettati, altri agenti bloccavano il gruppo composto da 4 uomini e la minore.

Tutti gli stranieri venivano condotti in ufficio al fine di poter chiarire cosa fosse accaduto insieme agli interpreti di cui si avvale la Polizia di Stato.

Negli uffici di Polizia la minore veniva chiaramente isolata dal resto del gruppo e con l’aiuto degli agenti e dell’interprete raccontava la triste vicenda nella quale era incorsa: “fuori dal centro a Siracusa, mi hanno offerto di raggiungere l’Europa se avessi pagato 200 euro ed io credendogli mi sono fidata e sono andata con loro. A mia insaputa mi hanno condotta in una casa e solo una volta dentro mi hanno detto che se i miei parenti non avessero pagato subito non mi avrebbero lasciata andare. Disperata ho fatto delle chiamate dal loro telefono per recuperare i soldi ma non li ho trovati quindi mi hanno detto che non sarei potuta partire con il resto dei miei compagni che avevano pagato e quindi erano stati accompagnati sull’autobus. Dovevo rimanere con loro fino al pagamento dell’intera somma”.

La minore riferiva agli agenti che era stata tenuta prigioniera da un gruppo di stranieri (alcuni suoi connazionali altri nord africani) e dopo aver guardato con attenzione le loro foto li riconosceva tutti senza ombra di dubbio.

La vittima ha descritto anche i singoli ruoli dei suoi aguzzini che, avevano messo in atto una vera e propria organizzazione per favorire l’emigrazione verso paesi del nord Europa, costringendo però le vittime a pagare 200 euro per poter essere liberate. Una volta avvenuto il pagamento venivano “spediti” con un autobus a Milano.

Anche gli altri stranieri intercettati dalla Squadra Mobile di Siracusa sull’autobus hanno confermato la versione della minore, difatti avevano dovuto pagare per essere liberati.

Nel contempo un altro gruppo di agenti operanti hanno proceduto al blitz nella casa di Via Veneto a Comiso ed all’interno vi era solo il basista, colui che aveva fornito il supporto logistico, titolare di un permesso di soggiorno e di regolare contratto d’affitto. Anche lui, in concorso con gli altri ha preso parte al reato di sequestro di persona e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

All’appello mancava solo uno dei correi, quindi gli agenti di sono appostati all’interno dell’abitazione e non appena ha fatto rientro l’ultimo dei ricercati lo hanno condotto presso gli uffici del Commissariato di Comiso.

L’escussione dei testimoni e di tutti coloro coinvolti nella vicenda ha permesso di far chiarezza su ogni dettaglio della denuncia pervenuta alla Polizia di Stato da parte dei parenti della minore. Le indagini sono durate tutta la notte e solo all’alba sono state effettuate tutte le operazioni previste dalle normative vigenti.

La Polizia Scientifica ha effettuato il fotosegnalamento di tutti gli arrestati ed il sopralluogo presso la casa utilizzata come covo dagli organizzatori, appurando che all’interno non vi erano neanche i materassi per tutti i migranti ivi tenuti nascosti. Ai migranti veniva fornito pane a acqua, unici alimenti rinvenuti in dispensa.

L’operazione di Polizia ha visto coinvolte due Procure della Repubblica, quella di Siracusa e quella di Ragusa, così come diversi uffici della Polizia di Stato che hanno lavorato in sinergia per liberare la minore traendo in arresto i responsabili di gravissimi fatti reato.

 

IL PRECEDENTE

 

La Polizia di Stato un anno fa circa, sempre a Comiso, aveva effettuato un altro blitz all’interno di un immobile di tre piani dove all’interno vi erano ben 17 persone di origini somale, anche loro erano state tenute nascoste dagli organizzatori fino a quando non avveniva il pagamento e la conseguente fuga verso il nord Europa. Anche in quella occasione gli immigrati erano stati liberati dalla Squadra Mobile di Ragusa che aveva effettuato il blitz.

La realtà della Provincia di Ragusa è particolarmente complessa in quanto diversi sono coloro che tendono ad approfittare della vulnerabilità dei migranti appena sbarcati. Purtroppo la totale ignoranza dei luoghi in cui si trovano, della lingua, della mancanza di denaro, li fanno diventare dei soggetti vulnerabili e prede di altri migranti, spesso provenienti dallo stesso paese che si fingono amici solo per approfittare di loro.

 

                                                                                 IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE

                                                                                               Commissario Capo della Polizia di Stato

                                                           Dott. Antonino Ciavola

 

                                                                                       

IL COMUNICATO STAMPA DELLA QUESTURA DI SIRACUSA

La Polizia di Stato di Siracusa ha arrestato 5 stranieri con l’accusa di sequestro di persona e favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Le indagini degli uomini della squadra mobile, con l’ausilio di personale della squadra mobile di Ragusa e del Commissariato di Comiso, hanno permesso di accertare che gli arrestati,  con l’utilizzo di un furgone, si appostavano all’uscita dei centri di accoglienza del siracusano e prendevano a bordo gli immigrati con la falsa promessa di accompagnarli a Milano, con la prospettiva di poter raggiungere i paesi europei di destinazione.
Gli stranieri, invece, una volta saliti nel mezzo, venivano portati, forzosamente, in un’abitazione di Comiso (RG) e lì tenuti segregati fino a quando non avessero pagato un riscatto di 200 euro ciascuno. A pagamento avvenuto, le vittime venivano liberate ed accompagnate alla stazione degli autobus di Ragusa.
Gli investigatori sono pervenuti alla scoperta del traffico grazie alla segnalazione di uno dei parenti delle vittime che, rifiutandosi di pagare il riscatto, ha avvisato la Polizia di Stato.
Le successive indagini tecniche, ed i relativi riscontri investigativi, consentivano di individuare la località ove la migrante era tenuta segregata, di liberarla e di arrestare i sequestratori, mentre gli altri migranti, precedentemente liberati, sono stati intercettati a bordo di un autobus di linea diretto a Catania.

                                                                                                         

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