È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA PASQUA PERDUTA E IL TERREMOTO
25 Apr 2011 09:33
Sembra strano, ed effettivamente lo è, che le celebrazioni della settimana santa in Ragusa non annoverino alcuna manifestazione comunitaria esterna nel giorno di Pasqua. Ma in principio non fu così…
I nostri padri, infatti, vivevano con grande fede e intensità emotiva i giorni del triduo pasquale e l’intera settimana santa attraverso la solenne adorazione eucaristica delle Quarantore in Chiesa Madre, e le processioni penitenziali del venerdì santo nei due centri storici. Al termine della veglia pasquale, che prima della riforma liturgica del papa Pio XII si celebrava nel mattino del Sabato Santo, dal Duomo di San Giorgio si snodava la solenne processione del Cristo Risorto. Tale processione si è svolta, a memoria d’uomo, fino agli anni ’50 quando la statua del Cristo Risorto, essendosi danneggiata, fu riportata in Chiesa per non uscire più. Curiosa però, è la presenza, accanto alla statua del Cristo Risorto, del simulacro equestre del Patrono San Giorgio, così come testimoniato da varie foto d’epoca. Sconosciamo l’origine di questa tradizione. Interessante però è quanto narra lo storico locale Eugenio Sortino Trono. Nel suo diario narra l’evento: “Alle ore 16 e 4. fortissima scossa di terremoto sussultorio. Spavento generale!” Era il 13 aprile 1895: sabato santo.
L’indomani, domenica di Pasqua “Spontaneamente quei di sopra portarono S. Giovanni, da noi, accolto entusiasticamente. La sera S. Giorgio fu portato Sopra. Entusiasmo indescrivibile! Folla straordinaria. Più bel giorno di Pasqua sarà difficile a vedersi”. Una cronaca dettagliata dell’evento si trova ancora nel registro dei battesimi di S. Giorgio di quell’anno. Un rescritto della Sacra Congregazione dei riti del 18 giugno 1847 stabilì che ogniqualvolta la festa liturgica di San Giorgio cade il sabato santo, se ne sposta la celebrazione al lunedì dopo la domenica in albis cioè al 2 maggio.
La presenza del simulacro equestre di San Giorgio portato in processione accanto al Cristo Risorto nel giorno del Sabato Santo nell’ultimo secolo è quindi celebrazione della Pasqua del Signore; ricordo grato dell’intercessione gloriosa dei Santi per la liberazione dal flagello del terremoto; espressione visiva e simbolica della vittoria di Cristo Signore sul dragone antico del peccato e della morte partecipata dai suoi discepoli, membra del suo corpo mistico; evento di comunione e di solidarietà tra le componenti dell’unica comunità ragusana; è il Patrono che esce per le strade ad annunciare che Cristo è risorto e fa festa per lui.
La ballariata del santo cavaliere in tale circostanza è una “danza” per il Signore risorto. A noi che abbiamo pianto in questi giorni per la morte di Gesù, si applicano bene le parole della Bibbia che dicono: “Hai cambiato il mio lamento in danza” (Sal 10,12).
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