LA MELINA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI POZZALLO

“Confcommercio e Federalberghi avevano chiesto, con motivate ragioni, di posticipare all’inizio del prossimo anno l’applicazione della tassa di soggiorno per evitare che la stessa incidesse sui già precari bilanci degli operatori turistici cittadini. Prima ci dicono di sì e poi non si capisce quale tattica abbia adottato la maggioranza in seno al Consiglio comunale evitando, di fatto, che il punto venisse discusso”. E’ amareggiato oltre che indispettito il presidente della sezione Ascom di Pozzallo, Gianluca Manenti, dopo quanto accaduto nei giorni scorsi sulla delicata vicenda.

“Il Consiglio, su quest’argomento, si è riunito la prima volta giovedì scorso – spiega Manenti – la maggioranza ha però ritenuto pretestuosa la nostra proposta, sostenendo, tra l’altro, che un euro a turista lo si può anche pagare. Addirittura, poi, l’assessore comunale al Turismo ha messo in discussione la firma del presidente provinciale di Federalberghi, Rosario Dibennardo, nel documento ufficiale in cui invitavamo l’Amministrazione comunale ad adoperarsi per far sì che l’attivazione si concretizzasse dall’1 gennaio 2016, come se non ci fosse stata una presa ufficiale di posizione, sulla questione, anche dello stesso Dibennardo. Insomma, tutte problematiche di lana caprina che hanno fatto sì che l’esame del punto all’odg venisse posticipato di 24 ore. Il giorno dopo, però, in aula c’erano gli operatori turistici. E questa presenza deve aver messo in imbarazzo alcuni consiglieri visto che i gruppi di maggioranza si sono volatilizzati e la seduta non si è potuta tenere per mancanza del numero legale. E’ andato via anche lo stesso assessore”.

“Abbiamo presentato le nostre rimostranze – continua Manenti – al presidente del Consiglio che non ha potuto far altro se non allargare le mani. Ad ogni modo, abbiamo chiesto che il punto possa essere inserito nella prossima seduta utile del civico consesso e finalmente trattato nella maniera dovuta. Certo, sarebbe una beffa se nella stessa seduta venisse inserita in scaletta l’approvazione della Tasi. Allora si comprenderebbe molto e soprattutto si capirebbe perché non si vuole fornire l’opportunità di tirare una boccata d’ossigeno agli operatori gravati da una crisi strutturale e d’immagine per i motivi che tutti sappiamo”.

 

 

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