La marcia pacifica per Vittorio Fortunato: “Non strappatelo alla sua famiglia”

Le strade di Catania si sono riempite di voci e presenze oggi, non per celebrare una festa, ma per manifestare pacificamente in difesa del piccolo Vittorio Fortunato, affettuosamente chiamato Miele. Il corteo, partito da piazza Roma e culminato in piazza Università, è stato organizzato in risposta al provvedimento del Tribunale etneo che ha deciso di separare “Miele” dai genitori affidatari.

La vicenda di “Miele” ha inizio nel novembre del 2020 quando, abbandonato a Ragusa, ha trovato amore e accoglienza attraverso un’adozione. Tuttavia, le recenti decisioni del Tribunale, spinte dalla pronuncia della Corte di Cassazione, hanno deciso di riconsegnare il piccolo alla madre naturale, scatenando una reazione forte e appassionata da parte dell’opinione pubblica.

Il corteo, denominato “Una Marcia per Miele – Manifestazione pacifica per dare una voce al piccolo,” è stato promosso da cittadini comuni.

La storia di Miele ha radici che risalgono a tre anni fa, quando il padre naturale, fingendosi casualmente ritrovatore del bambino, lo fece ritrovare davanti alla sua attività commerciale a Ragusa, una macelleria. Questo gesto fu parte di un complesso intreccio di relazioni extraconiugali e decisioni discutibili. Il padre è stato condannato a due anni di carcere per abbandono di minorenni, mentre la madre, attualmente accusata di abbandono, chiede di riavere suo figlio. Il tribunale adesso le ha dato ragione sul fatto che il figlio debba essere riaffidato a lei e questo ha provocato le proteste della famiglia affidataria. La vicenda è complessa, coinvolgente e ha diviso l’opinione pubblica.

La protesta pacifica a Catania è un grido di solidarietà e un appello affinché si ascolti la voce di chi si batte per il “Miele”. In mezzo, interrogativi etici e morali, che sottolineano la necessità di riforme e riflessioni approfondite nel sistema giuridico che guidano le decisioni sulla custodia di minori.

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