LA GRAVE CRISI ECONOMICA DEL TERRITORIO IBLEO AL CENTRO DI UNA TAVOLA ROTONDA

E’ un momento molto complesso per il territorio ibleo. Anche perché, più degli altri nel Sud Italia, basa, e basa ancora, la propria forza sull’economia reale. La stessa che ha subito più danni dalla crisi imperante. La luce fuori dal tunnel è ancora lontana. Ma questo non significa che non si possano delineare delle strategie operative per evitare il crollo del sistema e fare sì, piuttosto, che lo stesso regga. E’ il messaggio più forte emerso, questa mattina, nel corso della tavola rotonda tenutasi nell’auditorium della Camera di Commercio e promossa dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili per la circoscrizione del Tribunale di Ragusa sul tema  “L’Italia da slegare – Politica fiscale e semplificazione amministrativa per lo sviluppo competitivo del Paese”. “Ci accorgiamo sempre di più che il nostro ruolo di commercialisti, di consulenti delle imprese – ha affermato il presidente dell’Ordine Daniele Manenti – deve essere orientato a modificare la cultura di interazione delle stesse imprese locali con il mercato. L’esempio limite è che a volte ci sono realtà che, pur di non fare sistema tra loro, preferiscono morire. Anche perché manca l’adeguata formazione, la dovuta apertura mentale. E questo significa un danno immenso per il nostro sistema”. Salvo Laudani, presidente di Fruit Imprese Sicilia, ha convenuto sulla necessità di “puntare all’aggregazione, anche e soprattutto in agricoltura, che continua a rappresentare, per l’isola, un comparto di fondamentale importanza ai fini della crescita. E’ opportuno, inoltre – ha aggiunto – per far sì che il sistema regga, che si punti alla valorizzazione del prodotto, cosa che non molti hanno ancora compreso”. Alessandro Angelica della Banca Agricola Popolare di Ragusa ha sottolineato come “l’istituto di credito che più di ogni altro rappresenta il territorio si sta adoperando con un numero maggiore di impieghi rispetto ai dati della raccolta proprio per aiutare il sistema a risollevarsi. Anche per noi – ha spiegato – è una scommessa e anche noi stiamo pagando le conseguenze di questo momento critico. Ma la strategia deve essere quella di risollevarsi, con delle opportune linee guida, tutti assieme”. Il direttore generale di Conad Sicilia, Giorgio Ragusa, ha annunciato che “nelle prossime settimane sarà reso noto uno studio da noi condotto assieme a Nomisma in cui conosceremo nel dettaglio la filiera e, soprattutto, i motivi della perdita di valore tra produzione e grande distribuzione. Posso anticipare che il valore va ad essere penalizzato nei costi intermedi. Dobbiamo, dunque, porci il problema di come creare nuovo valore”. Il presidente provinciale Cna Ragusa, Giuseppe Massari, ha posto l’accento sulla necessità di “fare il più possibile sistema, creando le basi affinché le nostre piccole aziende credano in nuovi metodi operativi come ad esempio le rete d’impresa per competere ad alti livelli sui mercati internazionali” mentre Giorgio Cappello, presidente di Piccola Industria Confindustria Sicilia, ha ricordato che “l’obiettivo che ci dobbiamo porre da qui ai prossimi anni deve essere quello di triplicare l’export in Sicilia. Una voce che solo nel 2012 valeva 13 miliardi. Guardare esclusivamente al mercato interno – ha chiarito – è una partita persa in partenza”. Rosario Dibennardo, presidente di Soaco, la società dell’aeroporto di Comiso, ha illustrato i dati lusinghieri dello scalo casmeneo sottolineando che si punta a chiudere il 2014 con 300.000 passeggeri in transito, mentre già ora il Magliocco risulta essere il 22esimo in Italia (fonte Enav) superando altri scali che hanno quasi 40 anni di vita. Il vicepresidente provinciale Confcommercio Ragusa, Enzo Buscemi, e l’amministratore Sicam SpA, Arturo Schininà, hanno dipinto un quadro a tinte fosche con riferimento alla realtà economica locale ma hanno aperto comunque le porte alla speranza a patto che possa essere cambiato il modo di interagire pure nei rapporti tra impresa e Pubblica amministrazione. La tavola rotonda era stata preceduta dall’intervento di Federico Macaddino, responsabile del dipartimento ministeri e presidenza del Consiglio dei ministri, federazione Dirpubblica (la federazione del pubblico impiego componente della Confedir) introdotto da Maria Gabriella Diquattro, consigliere dell’Ordine. Macaddino ha messo in luce le caratteristiche e le criticità del sistema tributario in generale e della macchina fiscale in particolare, sottolineando i punti critici esistenti nell’imposizione diretta, nell’Iva e nell’Irap, o anche i costi che gravano sulle imprese, il tessuto vitale del nostro Paese, che sono in realtà costi indotti dalla burocrazia e dal sistema fiscale. “E poi, forse – ha aggiunto – non abbiamo un sistema di incentivi e infrastrutture adeguato, lo stesso che dovrebbe consentire alle Pmi, su cui grava tantissimo il peso fiscale, di puntare ad una crescita ulteriore. Abbiamo parlato anche del ruolo della Pubblica amministrazione e un poco forse controcorrente ho detto che la Pa andrebbe migliorata e valorizzata e non completamente abolita. Il motivo? Abbiamo visto, proprio di recente, che molti dei casi lasciati al libero mercato testimoniano che senza Amministrazione pubblica e presenza dello Stato i risultati lasciano a desiderare”.

 

(nella foto della tavola rotonda da sinistra Manenti, Laudani, Angelica, Ragusa, Massari, Cappello, Dibennardo, Buscemi e Schininà)

 

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