È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA FOTO: SPIGOLATURE DAL WEB
06 Gen 2013 04:13
Gli interessati diranno che non ci sono problemi, meno che mai grane ma ognuno ha le sue pene.
Nella sinistra, da Roma fino a Palermo si discute per fare le liste, le primarie valgono ma fino a dove dice il segretario, indipendentemente dal fatto che si sente odore di vittoria un posto non lo rifiuta nessuno.
Salvo isolate problematiche locali, minimizzata qualche ritardata cancellazione dagli elenchi dei defunti, metabolizzate le solite rivalità locali fino alle prossime comunali o provinciali, trionfa il ritrovato accordo con i rottamatori che rientrano nei ranghi. Se di problemi ce ne saranno, verranno quando si dovrà fare il governo, quando si dovranno stabilire le alleanze con Vendola o con Monti, stando alle previsioni.
Potrebbe anche darsi che non ci siano di questi problemi, che il governo se lo facciano altri, ma l’ipotesi, ancorchè tragicomica, appare abbastanza lontana.
Il centro problemi non ne ha di certo, almeno quelli economici. I potentati economici, la finanza internazionale, la Chiesa, i governi europei, tutti i partitini che vanno dall’uno virgola cinque al cinque o sei per cento sono tutti, o almeno cercano di salire, Bondi permettendo, sul carro, pardon, sulla Ferrari di Monti che, come tutte le auto sofisticate tecnicamente, ha qualche balbettio in fase di riscaldamento.
Di speranze ne hanno una sola: costituiranno la lancetta, sottilissima e slanciata, troppo volgare chiamarli ago della bilancia, che separerà la zona rossa del contagiri dai regimi più moderati. Tutto dipenderà da come sapranno premere sull’acceleratore, se il pilota si dimostrerà all’altezza.
Il vero spettacolo è a destra: dopo mesi di tremenda indecisione, l’Altissimo ( non è uno sfottò) decide di ritornare sulla scena, per salvare se stesso, l’Italia e gli italiani. In verità un pensierino al ripensamento c’è sempre, fra preparativi di possibile matrimonio, vacanze in Kenia, possibilità di essere indicato come prescelto in concistoro (c’è solo il problema di dove organizzare le serate), fino a ieri era spuntata una ipotesi che il messinese Martino fosse candidato premier. Quello che non è riuscito, forse mai, a fare nel Milan è stato realizzato nel mosaico dei partiti e delle formazioni del centro destra: tutto cambiato, tutto stravolto.
Quelli che una volta erano missini sono la destra accanto alla destra che già c’era, per intenderci quella di Storace e della Santanchè: queste le formazioni per sfondare le linee nemiche. Il PDL rimane, potrebbe cambiare nome, ma poco importa, l’importante è non sbagliare al momento di presentare le liste, non ci sono gli uomini della Dc o del PCI di una volta. Ancora movimenti e partitini di nuova formazione per racimolare quel poco che, almeno, eviti brutte figure, anche con il contributo della Lega, ridotta ai minimi termini.
In Sicilia, spettacolo nello spettacolo: Alfano in attesa degli eventi, truppe cammellate, da quelle di Scilipoti a quelle di Samorì, in avvicinamento, riappacificazione con Grande Sud che deve rivestire il ruolo di grande federatore di tutti i movimenti meridionalisti del Sud, con elevazione agli altari del sempre prediletto Miccichè e scorno di tutti quelli che, in un modo o nell’altro lo avevano lottato per il suo scisma dal grande capo e ora si ritrovano a doverlo ossequiare per volere del supremo. Qualcuno è già sotto le cure dell’epatologo, qualcuno sta per finire di fare le valige che, invero, da tempo erano in preparazione.
Quello che impressiona è il silenzio dei siciliani: niente so e niente dico.
Sembrano tutti scolaretti alla fotografia della fine anno scolastico: allineati, con il grembiulino pulito, il fiocco rifatto di fresco e prorompente come i decolleté con reggiseno a balconcino.
A sinistra, per come abbiamo visto, c’è poco da dire e poi non ci sono figure carismatiche salvo la Finocchiaro che si va a presentare in Puglia, per cui il silenzio è comprensibile.
Al centro nessuno parla e fiata: prima si ascolta Casini, poi si vede se Montezemolo ha qualcosa da dire, si da uno sguardo a Fini e si pende dalle labbra di Monti. Chi siano i candidati da votare in Sicilia non è dato sapere, forse i nomi sono nei forzieri dell’alta finanza.
A destra leader e padrini politici sono scomparsi, a Palermo, a Catania e anche localmente nelle varie realtà provinciali. Non una voce pro o contro Berlusconi, non una voce a favore di quelli allontanati, non una voce contro i nuovi acquisti, nessuna opinione sulle scelte del capo, note o meno che siano, forse sono in trepida attesa di conoscere la propria sorte, il momento impone massima serietà e ossequioso silenzio.
Forse, come nella fotografia di fine anno scolastico, la maestra e il fotografo hanno imposto di stare fermi, un leggero sorriso e trattenere il respiro per non appannare l’obiettivo.
Per dare le indicazioni di voto arriverà il solito SMS.
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