LA FORZA D’URTO, LA CRISI DELL’AGRICOLTURA E LA LEGGE DELLA GIUNGLA.

Sono stato chiamato al mercato ortofrutticolo della mia città dove c’era una presenza di studenti che volevano interloquire con l’istituzione comunale, tralascio alcune rimostranze di facinorosi che niente avevano a che fare con gli studenti, alla fine in questo incontro si è discusso sulle   problematiche del nostro territorio e di una agricoltura che politiche regionali, nazionali e europee sbagliate hanno messo in ginocchio. Ho ribadito che tutte le Istituzioni devono fare la propria parte, un territorio senza agricoltura è un territorio destinato alla desertificazione occorre una politica che salvaguardi il reddito dei nostri contadini e soprattutto che renda possibile una diversificazione e una interdipendenza senza il prevalere di un soggetto economico su un altro, all’interno del Sistema tutti i soggetti devono avere pari dignità, e questo si può fare solo puntando su uno sviluppo strettamente collegato alla legalità. Il rispetto delle regole e delle leggi è assolutamente necessario in tutti i campi dell’economia se non si fa questo a rischiare è la stessa tenuta democratica del nostro territorio.

Le Istituzioni, le Forze dell’Ordine, gli Organi Ispettivi devono vigilare perché non ci siano sopraffazioni e soprusi, se c’è un ritorno indietro rispetto alla conquista di diritti fondamentali dei lavoratori avremo la legge della giungla, del vince il più forte e sarà la mafia non solo a gestire il malaffare ma a prendere il sopravvento. Proprio per questo crediamo fermamente che nessuno può permettersi il lusso di far finta di niente anche quelli che oggi si ritengono i più furbi pagheranno le conseguenze di un’impostazione che schiaccia e mette al tappeto altri lavoratori, abbiamo visto come la criminalità continui a fare la sua parte con rapine, incendi dolosi di segherie, l’ultimo proprio stanotte e agli imprenditori in questione va la  solidarietà incondizionata , di serre e così via. Tutto si tiene e il sistema deve garantire a tutti dignità e possibilità di vedere un futuro se no è la fine. Allora fermiamoci e definiamo una strategia che nel rispetto della legalità consenta a tutti di portare a casa un reddito decente per sopravvivere. Le organizzazioni professionali (CIA, Coldiretti, ecc.), tutte le istituzioni democratiche devono prendere in mano il movimento dei lavoratori agricoli per condurlo democraticamente verso nuovi traguardi, perché voglio dirlo in maniera chiara è il vuoto della politica che ha generato il vuoto dei forconi, è venuto il momento di discutere su come trasformare alcune giuste rivendicazioni in un progetto di alternativa.

Quando tutto questo passerà sarà il momento per noi di ragionare bene su questa nostra isola facilmente isolabile e dire, con forza, che questa Regione deve diventare laboratorio del Mediterraneo libero dal trasporto su gomma e che vogliamo i treni e le navi, una nuova idea di agricoltura, il solare ovunque e una rete, vera, di infrastrutture che colleghi noi a noi e al mondo. Questa è la rivoluzione che vogliamo.

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