LA FIGURA DEL REGISTA NEL CALCIO MODERNO

Il futbol del nuovo millennio ha portato alla graduale supremazia dell’aspetto “fisicità” su quello “qualità”, fattore che ha implicato la quasi totale scomparsa della figura del trequartista tecnico e fantasioso a vantaggio di quella del mediano tutto muscoli e corsa. Ciò ha fatto si che l’enganche (parola argentina utilizzata per definire il ruolo del numero dieci, il quale rappresenta un “aggancio”, elemento d’unione, tra centrocampo ed attacco) dovesse reinventarsi e trovare così una nuova collocazione all’interno del sistema di gioco della squadra. Il vero è proprio precursore di questa rivoluzione è stato Andrea Pirlo che, ad inizio millennio appena arrivato al Milan, grazie all’intuizione di mister Ancelotti è stato arretrato di svariate decine di metri, mettendo così a disposizione della propria squadra la sua estrema qualità nella fase di costruzione del gioco piuttosto che in quella di finalizzazione. Nonostante il dilagante scetticismo iniziale, dovuto essenzialmente alla constatazione (pur vera) delle tutt’altro che eccelse doti di interdizione, o comunque difensive, del giocatore bresciano e dei propri simili, la nuova figura del regista basso ha man mano preso sempre più piede nel calcio moderno, riportando sul rettangolo verde quella imprescindibile dose di genialità che per qualche anno era stata quantomeno limitata.

Esistono essenzialmente due categorie di play: quelli che prediligono il gioco sul corto, caratterizzato da fraseggio orizzontale, e coloro che si trovano a meraviglia sul lungo, mostrando una netta preferenza per la ricerca della verticalizzazione per mezzo di lunghe gittate. A livello nazionale, i maggiori esponenti delle sopracitate due categorie sono rispettivamente: Jorginho – Paredes e Biglia – Valdifiori. Mentre a livello internazionale le coppie che si formano sono le seguenti: Verratti – Modric e Kroos – Xabi Alonso. Tuttavia, al netto di statiche e mai totalmente vere schematizzazioni di sorta, il compito del regista è quello di dettare i tempi alla squadra, leggendo con intelligenza i vari momenti della gara e capendo di conseguenza quando è il caso di decelerare, consolidando il possesso di palla, e quando invece è bene accelerare il ritmo, alleggerendo ed eludendo il pressing “nemico”, per andare a colpire l’avversario. Sempre più squadre in Europa tendono ad utilizzare questa figura, ripetendo un copione pressoché consolidato a livello tattico: allargamento dei due centrali difensivi, innalzamento dei due terzini ed abbassamento del volante (termine utilizzato in lingua spagnola e portoghese per riferirsi alla posizione di mediano davanti alla difesa, molto in voga nel futbol sudamericano) al fine di ricevere il pallone e far iniziare l’azione con qualità e fosforo. Questa svolta è stata molto facilitata da un trend comune a livello europeo, caratterizzato da uno stile di gioco nuovo basato sul tiqui taca, ossia su di un possesso di palla costante teso sia a non subire gol (finchè ho il pallone io non puoi averlo tu e quindi non puoi “farmi male”) che ad assumere il controllo del gioco (avendo così più opportunità di andare a segnare e di conseguenza a vincere la partita), portato avanti con forza e con risultati eccezionali sia dal Barcellona che dalla Nazionale Spagnola.

 

Infine, colpisce come i migliori allenatori del momento su scala mondiale abbiano giocato da centrali di centrocampo nella loro carriera da calciatori, tra questi possiamo citare: Guardiola, Allegri, Ancelotti, Conte e Luis Enrique. Non a caso avendo modo di analizzare la partita da una posizione privilegiata rappresentavano, già all’epoca, dei veri e propri allenatori in campo che, capendo con estrema lucidità ed anticipo i vari momenti del match, potevano muoversi e guidare i propri compagni nella giusta direzione. Nella speranza che nessuno osi mai mettere in discussione la fondamentale presenza di questi “pensatori aristocratici, non di rado definiti giocatori di pensiero, che prediligono far muovere velocemente il pallone piuttosto che il proprio corpo”, non possiamo far altro che augurargli lunga vita, in modo tale che possano continuare a nobilitare the beautiful game !

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