LA FIDANZATA DIGITALE E INVISIBILE

“Finalmente una ragazza in cui la tua famiglia può credere”, è la réclame che campeggia nell’homepage dell’avventura nata per gioco durante lo Startup weekend di Saint Loius, nel Missouri, e finita con tremila dollari di premio in tasca.

Dopo l’amicizia, il sesso, e persino la vita virtuale, incoraggiata senza successo da Second Life, sbarca sul web la tenerezza a pagamento.

Si chiama “Invisible girlfriend”, la ragazza invisibile, l’ultima frontiera dell’amore 2.0. Quello con l’A maiuscola fatta di byte. 

Una via di fuga pensata ora per il pubblico maschile, e a breve – fanno sapere dallo staff – anche per quello femminile.

Certo, come tutte le droghe, anche l’illusione dell’amore ha un prezzo. Aumenta con le prestazioni ed è pure parecchio salato. Un servizio mensile, al momento, prevede tre possibili pacchetti. Costa 9,99 dollari l’offerta di base con messaggi interattivi, simulazioni di chiamate d’emergenza e regali. Se le cose diventano più “serie”, basta versare 29,99 dollari per ottenere messaggi vocali e – rullo di tamburi – il cambio di status “relazionale” su Facebook. Un vero fidanzamento, o quasi, è l’opzione “Almost engaged” con una ragazza dalla personalità su misura per te, una storia, e reali conversazioni telefoniche. A soli 49,99 dollari. Una truffa? L’ideatore Matt Homann si difende e spiega a Repubblica.it: “Non stiamo cercando di imbrogliare qualcuno per fargli credere che abbia una relazione. Ma lo aiutiamo a raccontare una storia migliore a parenti, colleghi e coetanei. Molte persone vogliono semplicemente delle risposte da fornire alle imbarazzanti domande sulle relazioni personali che mai si vorrebbe ricevere”.

Rosita Rijtano intervista su Repubblica Vittorio Lingiardi, psichiatra e professore di psicologia dinamica all’Università La Sapienza di Roma, il quale spiega: “D’altra parte, se cresci solo digitale, finisce che cerchi risposte digitali a ogni desidero, curiosità o paura. Qui l’idea di un altro reale è cancellata e sostituita da un altro virtuale, costruito e controllato secondo i nostri bisogni”, spiega. “Trovo agghiacciante un’applicazione che dica: se non hai una persona importante nella tua vita, noi la creiamo e puoi far credere agli altri che esista. Così si perde la capacità di innamorarsi, corteggiare, costruire una relazione. Ogni sviluppo emotivo richiede un dialogo autentico. Qui, invece, la chiacchierata avviene con una propria proiezione. È un gioco, ma potrebbe somigliare a un piccolo delirio. E la vita virtuale, anziché arricchirci, diventa una droga”.

Francesco Bollorino, direttore di Pol.it, e psichiatra presso la Clinica Psichiatrica Universita’ di Genova avverte “Qui c’è poco da colpevolizzare la società”.

È tutt’altro che colpa delle deviazioni sociali. Piuttosto, secondo il medico si tratta di pulsioni e pulsazioni interne, viscerali che nascondono un profondo disagio e il bisogno di rifugiarsi in una simulazione.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it