La fatturazione elettronica per i rifornimenti: ecco come funziona

Il 2019 si è aperto con una grande novità a livello fiscale. Da quest’anno è infatti entrato pienamente in vigore il sistema di fatturazione elettronica. Tra i tanti ambiti, le nuove normative interessano anche i metodi di rifornimento di carburante per possessori di partita IVA e aziende. 

Come tutte le  novità, anche questa porta con sé domande e dubbi. Per non farsi cogliere impreparati è bene sapere quali sono le differenze e in cosa consiste il nuovo sistema ideato dall’Agenzia delle Entrate. La differenza principale è che le fatture verranno ora inviate in formato digitale tramite l’SdI (Sistema di Interscambio, una piattaforma unica che fa capo all’AE). Le vecchie fatture cartacee non avranno più validità. Inoltre, per garantire la trasparenza delle operazioni, i pagamenti dovranno venire effettuati con mezzi tracciabili telematici: in caso negativo non si potrà usufruire di eventuali detrazioni fiscali.

La normativa identifica come “mezzi di pagamento tracciabili” le carte di debito, di credito, o le prepagate. Sono inoltre permessi anche i servizi di pagamento elettronico, compresi quelli che permettono di addebitare la spesa su conto corrente bancario. La scelta è ampia, e consente una grande libertà a seconda delle specifiche necessità. Per le aziende più grandi, ad esempio, può essere utile affidarsi a carte prepagate da dare in dotazione ai propri dipendenti: le spese verranno addebitate sul conto aziendale, entrando a far parte della rendicontazione totale dell’attività in maniera automatica.

Viene da sé che adesso tutti i benzinai hanno l’obbligo di rilasciare una fattura elettronica a chi effettua il rifornimento e ne faccia richiesta. Per questo motivo molti dovranno dotarsi di lettori QR per poter accettare la maggior parte dei metodi di pagamento digitali.

Soprattutto nei primi tempi, il processo di registrazione delle fatture elettroniche rischia di essere complesso e di impiegare una quantità di tempo e risorse. D’altronde, non è mai facile adeguarsi a nuove normative, in particolar modo se si tratta di una vera e propria rivoluzione come quella di cui stiamo parlando. Di sicuro però una volta entrato a regime il nuovo sistema promette di portare non pochi vantaggi.

Per dedurre le spese e dedurre l’IVa, la normativa impone di effettuare pagamenti con mezzi tracciabili, per combattere l’evasione fiscale. Si intendono con ciò carte di credito o carte prepagate che siano in regola con le norme fiscali italiane. Naturalmente sarà sempre necessario richiedere ad ogni acquisto la fattura in formato elettronico. L’emissione della fattura avviene solitamente entro 24 ore dall’acquisto, e verrà poi ricevuta tramite PEC  oppure sul proprio gestionale.

Viene da sé che per aiutare nella transizione è necessario informarsi a fondo e apportare dei cambiamenti alla gestione dei documenti fiscali. Sicuramente molti decideranno di gestire da soli i processi di rendicontazione delle spese aziendali per i rifornimenti. In questo caso, i dati da fornire al benzinaio per emettere fattura sono i soliti: nome e cognome se l’acquirente è un possessore di partita IVA, o ragione sociale per le società;   domicilio fiscale; numero della partita IVA; indirizzo PEC o Codice Destinatario. 

Per sveltire e semplificare ulteriormente questo aspetto della gestione è anche possibile dotarsi di strumenti appositi. Sul mercato sono disponibili carte carburante (che hanno ormai soppiantato le vecchie schede carburante cartacee) universali o brandizzate. Inoltre, esistono diverse carte prepagate pensate appositamente per i rifornimenti per aziende e professionisti. In entrambi i casi, si ha un ulteriore risparmio di tempo e di risorse, perché permettono di sveltire il processo di rendicontazione.

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