LA FACOLTA’ DI LINGUE A RAGUSA NON PUO’ SUSCITARE GELOSIE DI SORTA

È stata presa una dura posizione dal consigliere comunale di Ragusa Fabrizio Ilardo, capogruppo di forza Italia, “la protesta della facoltà di lingue offende la nostra Città”. In merito alle dichiarazioni fatte da alcuni studenti della medesima facoltà dell’ateneo etneo e da alcuni parlamentari regionali parlando di un ennesimo scippo nei confronti dell’Università di Catania. “E’ una posizione profondamente egoistica che non tiene conto di alcuni aspetti.  –spiega Ilardo– I cittadini della provincia Iblea sono stati costretti ad andare a studiare a Catania, nella migliore delle ipotesi, e mai nessuno si è lamentato dei costi di trasporto o di residenza. Si è sempre pensato che si trattasse di sacrifici necessari per una buona istruzione. Ormai da dieci anni ai nostri ragazzi sono state offerte opportunità diverse da quelle etnee ed anche in questa occasione la comunità ragusana –continua il consigliere comunale- non si è lamentata del mancato rispetto di accordi contrattuali tra il Consorzio e l’Ateneo catanese, ma si è preferito attendere il momento adatto per rivendicare quanto dovuto. Da anni soffriamo gli effetti di un piano scientifico che mira ad offuscare quanto di buono possiede  il nostro territorio”. Ragusa ormai aspetta da molto tempo il quarto polo Universitario e ora che lo sta conquistando non può subire offese da persone poco informate. “I ragusani e gli studenti universitari  – conclude Ilardo-  non devono dimenticare che fin dalla prima convenzione la sede ufficiale e centrale della Facoltà di Lingue doveva essere a Ibla e fu proprio la giunta Arezzo, con all’epoca vicesindaco Nello Dipasquale, ad indicare il convento di Santa Teresa come sede idonea per ospitare la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere. Ebbene, è da allora che Ragusa  spende, non solo il denaro pubblico, ma anche il tempo e la fatica dei nostri amministratori.” E’ necessario  che tutti i ragusani, iniziando dalle istituzioni, riscoprano un po’  di quell’  orgoglio per la propria Terra, sempre osteggiata ed invidiata. (Raffaele Ragusa)

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