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LA DISCARICA DI RAGUSA IN VIA DI ESAURIMENTO
24 Dic 2013 12:40
La chiusura della discarica di Ragusa, prevista per il mese di marzo, causerà un immediato aggravio dei costi di conferimento di oltre due milioni di Euro annui a carico dei cittadini di Ragusa, Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso Almo già pesantemente vessati dagli ultimi aumenti delle Tasse Comunali.
Nei locali dell’ATO Ragusa Ambiente, dopo numerose richieste di incontro formalizzate dalla F.P. Cgil di Ragusa, si è discusso, alla presenza dei Commissari della SRR Ragusa, dei Liquidatori dell’ATO Ragusa
Ambiente, dello stato di emergenza che dovrà essere fronteggiato.
Si è consapevoli che la chiusura della discarica non solo causerà la perdita dei posti di lavoro degli attuali 11 addetti, ma che la perdita dell’impianto sarà un problema che si porrà a carico dei già magri bilanci comunali e della collettività che dovrà fare fronte all’aggravarsi dei costi!
Se non si interviene in tempo, l’unica soluzione possibile, per lo smaltimento dei rifiuti dei Comuni, sarà quella di conferire in discariche fuori Provincia: una soluzione scellerata che ha già causato il dissesto economico di tutti gli altri Comuni ragusani.
Comuni che sono stati costretti ad adottarla non essendo dotati di impianti per lo smaltimento e che di contro
impoverisce il nostro territorio di milioni di Euro che potrebbero essere invece investiti per creare un efficiente sistema pubblico di riciclo!
“Abbiamo proposto – dichiara Giovanni Lattuca, segretario provinciale della F.P. Cgil di Ragusa, che, in attesa di un futuro ampliamento, vengano temporaneamente sospese le autorizzazioni rilasciate alle ditte private di conferire presso la discarica di Ragusa. Attualmente infatti il totale dei conferimenti dei privati rappresenta quasi il TRIPLO di quanto conferito tutti insieme dai Comuni di Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso Almo! Lasciare scaricare soltanto gli autocompattatori che si occupano della raccolta dei rifiuti urbani dei Comuni significherebbe allungare la vita dell’attuale discarica di almeno altri nove mesi ed evitare così l’aumento dei costi per lo smaltimento a carico dei Cittadini!
Abbiamo anche evidenziato di avere proposte concrete per ridurre i costi a carico dei cittadini, garantire i livelli occupazionali e rendere l’intero sistema un’efficiente fabbrica del riciclo rispettoso dell’ambiente. Per questo saranno organizzati a breve incontri divulgativi e di confronto con i cittadini dei Comuni di Ragusa, Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso Almo per poi chiedere, forti del consenso della popolazione, l’istituzione di un tavolo tecnico che porti all’adozione di soluzioni che prevedano una differenziata facile, economica e possibile.
Nella malaugurata ipotesi che l’intervento dei Commissari della SRR non registrassero risultati positivi, conclude Lattuca, e che le proposte non vengano discusse e recepite, la FP-CGIL ed i lavoratori dell’impianto, permanendo lo stato di agitazione sindacale e la costante apprensione per il futuro delle loro famiglie, stanchi di pifferai che stanno portando l’intera Provincia sull’orlo del baratro, sono pronti a battersi con azioni eclatanti non solo a tutela del posto di lavoro ma principalmente nell’interesse dell’intera collettività a cui prestano un servizio essenziale.”
La riunione ha preso una svolta interessante, dopo che i Liquidatori dell’ATO Ragusa Ambiente hanno rivelato, con documenti alla mano, che già da più di un anno hanno incaricato il Comune di Ragusa a elaborare gli atti per l’ampliamento dell’attuale discarica e per la costruzione della nuova 4° vasca, tra l’altro già finanziata dalla Regione.
“La F. P. Cgil di Ragusa, commenta ancora Giovanni Lattuca, registra che, a tre mesi dalla chiusura, non si è avuta alcuna documentazione in merito! I Commissari della SRR hanno assunto l’impegno che nei prossimi giorni renderanno noto, al Commissario Regionale per l’Emergenza Rifiuti, questa situazione paradossale e lo inviteranno, così come ha già fatto in altre realtà simili, vedi il comune di Gela, ad avocare a se l’intero iter procedurale per evitare che i cittadini del comprensorio siano vessati da nuovi aumenti delle tasse comunali e che padri di famiglia si ritrovino senza lavoro”.
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