LA DEFINIZIONE DEL NUOVO PREZZO DEL LATTE

Anche Confcooperative Ragusa ha partecipato all’incontro con i rappresentanti delle organizzazioni agricole e di categoria, svoltosi presso l’assessorato Risorse agricole e alimentari della Regione, per fissare il nuovo prezzo del latte. Confcooperative Ragusa era rappresentata, a Palermo, da Rosario Petriglieri. “La zootecnia siciliana ha subito, negli ultimi anni – è stato chiarito – un processo di contrazione fortissimo che ha determinato l’abbandono dell’attività di molti allevatori disorientati e gravati sia dalla politica comunitaria (quote latte e disaccoppiamento) che dalle crisi congiunturali (aumento prezzo mangimi, siccità), nonché schiacciati dall’assenza di un prezzo di riferimento del latte”.

Ecco perché, nel corso dell’incontro, l’assessore Dario Cartabellotta ha spiegato che “occorre rilanciare una politica per la zootecnia in Sicilia perché l’allevatore è l’unico agricoltore che vive 365 giorni l’anno in campagna: non c’è sviluppo rurale senza zootecnia”. Lo strumento è rappresentato dall’accordo di filiera (art. 82 Legge Finanziaria 2010) per tutelare gli allevatori veri che con la propria terra, il proprio lavoro e la propria onestà producono prodotti nati in Sicilia. Tali importanti operatori rurali in quanto tali devono essere, pertanto, adeguatamente remunerati per l’opera prestata, entrando nella catena del valore attraverso le filiere corte, il patto di filiera con l’agroindustria e l’alleanza con il sistema distributivo. In tale contesto il prezzo minimo del latte fissato nell’accordo è di 42 centesimi + Iva per il latte bovino e di 80 centesimi + Iva per il latte di pecora. “Si tratta – commenta il presidente provinciale Confcooperative Ragusa, Gianni Gulino – di un altro provvedimento che, seguendo di pochi giorni quello relativo al decreto salva quote, anche in questo caso rivolto agli operatori zootecnici del territorio, è teso a rispondere alle esigenze di un comparto in grave crisi. Due importanti decisioni sono state assunte dal Governo regionale anche sulla spinta delle sollecitazioni provenienti dalle associazioni di categoria che, per la prima volta da tempo, si sono trovate d’accordo nel formare un fronte comune che riuscisse a spuntare una serie di provvedimenti positivi. Siamo riusciti nell’intento anche grazie all’aiuto che ci è arrivato dal capo dell’Ipa di Ragusa, Giorgio Carpenzano. E’ chiaro che per un territorio come quello ragusano, a forte vocazione zootecnica, due azioni del genere possono significare parecchio in termini di salvaguardia delle realtà imprenditoriali esistenti in una fase davvero drammatica. E’ da sottolineare ulteriormente questo nuovo modus operandi, vale a dire la sinergia tra tutti i soggetti che tutelano gli interessi della categoria, che ci consente di guardare al futuro prossimo con una certa fiducia”. I soggetti beneficiari degli aiuti pubblici o di altri interventi regionali devono rispettare l’accordo di filiera sottoscritto pena la revoca del contributo, così come previsto dall’Unione Europea che ha stabilito che gli investimenti realizzati con denaro pubblico (ad esempio i caseifici) devono generare il trasferimento di adeguato valore ai produttori agricoli.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it