LA DEBOLEZZA DELLA FORTEZZA

Pomeriggio del giorno dell’Immacolata Concezione. Dopo il pranzo in famiglia si pensa alla gita “fuori porta”. A Ragusa c’è il sole, ma l’arietta frizzante non invoglia proprio alla classica passeggiata all’aperto. Un’idea. . . poco brillante (vedremo poi perché) giunge all’improvviso: visitare il nuovo centro commerciale “La Fortezza” a Modica. Tutti in macchina e via verso la città della contea! Giunti a Modica, nei pressi del Polo Commerciale del quartiere Sorda, a circa 2 chilometri dal centro commerciale, inizia una lunga fila di automobili simile ad una processione, che ben poco aveva di religioso a giudicare dalla rabbia che si leggeva nei volti degli automobilisti rinchiusi nei loro gusci d’acciaio. Molti di loro erano diretti a Ispica, a Rosolini e in altre città della vicina provincia aretusea, quindi ignare vittime della trappola celata dalla “curiosità” tipica della gente iblea come me, quella che, per intenderci, notoriamente non disdegna di sorbirsi centinaia di chilometri per raggiungere Catania per fare acquisti, contribuendo, seppur inconsapevolmente, a far morire il centro storico della propria città, quel salotto notoriamente punto di riferimento per gli acquisti fino a pochi anni fa. Ma andiamo per ordine: tre quarti d’ora in mezzo al serpentone di auto alla folle velocità di uno o due metri ogni cinque minuti sul tratto di S.S. 115 della zona artigianale di Modica, tra autovetture lasciate in sosta in ogni dove (a centinaia di metri dai parcheggi regolari), ai lati degli incroci, attorno alle rotatorie, incuranti persino della presenza di una pattuglia di Vigili Urbani.

La fortuna ha voluto che nessun mezzo di soccorso pubblico abbia avuto bisogno di passare da lì. La stradina che si diparte dalla S.S. 115 verso il centro commerciale letteralmente intasata, con automobilisti provenienti dagli sbocchi laterali che, pur di guadagnare un po’ di vantaggio (si e no 50 centimetri) rispetto all’automobilista proveniente dalle altre direzioni, con tanta arroganza si facevano avanti con l’auto, quasi a voler urtare i mezzi, cercando così di intimorire l’altro facendosi cedere la precedenza non dovuta; bambini in lacrime, clacson impazziti, l’evidente nervosismo in faccia a chiunque. Scene da versione moderna del famoso film “Ingorgo sull’autostrada”. Dopo più di un’ora il nuovissimo centro commerciale “La Fortezza” appare nella sua imponenza, maestoso come una cattedrale gotica, con ai piedi centinaia e centinaia di automobili che sfilano lentamente, quasi a rendere devota visita. Fuori, nel parcheggio scoperto, neanche l’ombra di uno stallo libero per la sosta, per cui, sempre in pietosa fila, giungevamo all’ingresso del parcheggio sotterraneo coperto. Che stupore, roba da non crederci: centinaia di posti liberi! Era un miraggio o realtà?

Per fortuna era realtà. Preferisco non dilungarmi oltre concludendo qui, ma con una domanda, la stessa che sicuramente si saranno posti tutti coloro che pian piano accedevano al parcheggio coperto: perché il parcheggio interno era deserto, peraltro con la sosta gratuita? Perché preferire di lasciare le autovetture a centinaia di metri di distanza, sulle aiuole spartitraffico e sui marciapiedi, in barba non solo al Codice della Strada ma anche al buon senso? Tutto ciò mi ricorda la festa patronale di Ragusa, quando la sera del 27 e del 28 agosto 2011 centinaia di autovetture girovagavano a vuoto per le vie del centro storico “a caccia” di un luogo dove sostare, mentre il parcheggio multipiano accanto al Tribunale, a poche decine di metri da piazza San Giovanni, cuore della festa, era praticamente deserto! E poi ci lamentiamo, come al solito, che non ci sono parcheggi! Ma è proprio vero? Una sola certezza: la prossima volta mi godrò una sana passeggiata nella mia cara, vecchia via Roma, anche con l’aria frizzantina del dicembre ragusano.

 

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