LA CULTURA SCRIVE PER CONOSCERE IL MONDO IN CUI SI VIVE

Roberto Nobile, il ragusano famoso per aver recitato nelle due maggiori fiction, Il Commissario Montalbano e Distretto di Polizia, questa mattina  a Poggio del sole ci ha rilasciato una breve intervista esclusiva.

Alla domanda, come mai la fiction “Il Commissario Montalbano” ha riscosso così tanto successo, ha risposto che il successo ed il fascino è dato dal “Giallo”; i “Gialli” hanno infondo una caratteristica simile, normalmente sono “metropolitani” perché si svolgono a Parigi, a Londra, a Milano, a Roma; invece in Montalbano il “Giallo” è sorretto da questi paesaggi alquanto suggestivi come paesaggi agricoli, di pescatori, di contadini, racchiusi in una dimensione del tempo molto diversa. Infatti in queste riprese si sentono quasi i sapori, gli odori, i profumi tipici di questa terra. Il fascino di Montalbano deriva dal connubio tra tipicità, tradizione, cultura oltre che dalla scrittura dei romanzi di Camilleri .

L’attore conobbe il regista di Montalbano quando era funzionario della Rai; gli propose dei progetti e si rivelò molto accogliente, una persona molto gradevole, una persona con cui già precedentemente aveva avuto una conoscenza, come la definisce lo stesso Nobile, una conoscenza “ empatica”.

Il mestiere dell’attore, dichiara, è quello di studiare un personaggio, il contesto ed cercare di entrare nella parte.  Naturalmente poi ci possono essere dell’empatie culturali.

Nobile ha una grande ammirazione per i giornalisti ed in particolare per i giornalisti siciliani. la Sicilia, dichiara, è una terra di frontiera; la fantasia di Camilleri si lega molto alla realtà. È più facile far il giornalista al Nord o in qualsiasi altra parte che non in Sicilia, perché  il giornalista rischia la “pelle”. È per questo motivo che l’attore ha una grande ammirazione per questo mestiere soprattutto per questo tipo di giornalismo.

Nobile sarà la voce narrante di un documentario molto importante; documentario assolutamente straordinario, semi analfabeta, premiato a Venezia, ha ricevuto Il Nastro D’Argento, tratto da un romanzo di un uomo di Chiaramonte Gulfi, intitolato “Terra Matta”, dove l’attore è onoratissimo di ricoprire il ruolo di “voce dello scrittore” a lui affidato.

L’intervista continua ribadendo il mestiere dell’attore, classificandolo come un mestiere molto serio dove ci sono lunghe fasi, fasi d’apprendimento che non finiscono mai. Gli attori, quelli veri, non vengono scoperti, sono molto simili ai giornalisti perché interpretano la realtà ma riportata in maniera un po’ diversa, quasi poetica, una realtà mediata; mentre il giornalista riporta la  realtà nel presente facendovi anche opportune osservazioni.

Nobile si definisce più che attore un intellettuale; infatti recentemente ha anche pubblicato dei libri che hanno ricevuto recensioni positive in giornali nazionali. Ha ricevuto pure l’incarico di ricoprire il ruolo di Assessore alla Cultura di Ragusa per il candidato a Sindaco, Iacono. Egli ha accettato dopo lunga meditazione perché vuole far nascere la vera Cultura a Ragusa. Si è trovato ad andare via dalla sua terra d’origine proprio perché non esisteva tempo addietro Cultura; oggi però, come dichiara l’attore, Ragusa ha un rapporto pessimo con la Cultura, tanto da non sfruttare le potenzialità che offre questa città, questa terra. “Infondo è come avere un terreno ed invece di saperlo arare, seminare e curare lo si fa diventare una discarica”. Bisogna quindi creare dei sistemi, creare delle reti, attraverso una crescita lenta, crescita che poi dia i suoi frutti migliori attraverso scambi e circolazioni di competenza, dando la possibilità ai giovani di capire il mondo meglio di come lo possano capire adesso.

Quindi se dovesse diventare  Assessore alla Cultura, Nobile darebbe ad ognuno che fa Cultura vera, il proprio spazio cercando di soddisfare le richieste e l’esigenze di tutti, trovando punti comuni per una crescita vera. Costruire una Cultura attraverso reti che non si limitano soltanto alla realtà cittadina ma che abbraccia realtà vicine e lontane. Costruire quella Cultura che scrive per conoscere il mondo in cui si vive.

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