LA CONSULTA BOCCIA IL REFERENDUM SULL’ ART. 18

Il referendum sull’art. 18 non si farà: la Corte Costituzionale ha deciso che il quesito è inammissibile.

Il referendum puntava ad eliminare le modifiche fatte dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa.

Sono stati dichiarati ammissibili invece i quesiti sui voucher e sulla responsabilità in solido appaltante-appaltatore. 

Ovviamente non sono mancate le reazioni politiche in risposta alla decisione della Corte Costituzionale.

“Dalla Consulta – attacca Matteo Salvini, leader della Lega Nordsentenza politica, gradita ai poteri forti e al governo come quando bocciò il referendum sulla legge Fornero. Temendo una simile scelta anche sulla legge elettorale il prossimo 24 gennaio, preannunciamo un presidio a oltranza per il voto e la democrazia sotto la sede della Consulta a partire da domenica 22 gennaio”

“Non commento il no della Consulta – dice il parlamentare del Movimento Cinque Stelle Danilo Toninellial referendum sull’art.18 ma il Governo non canti vittoria: il Jobs Act è veleno per economia e lo aboliremo”

“Questa primavera – commenta il vice presidente della Camera dei deputati, Luigi Di Maiosaremo chiamati a votare per il referendum che elimina la schiavitù dei voucher. La Corte Costituzionale ha appena dato l’ok. Sarà la spallata definitiva al Pd, a quel partito che ha massacrato i lavoratori più di qualunque altro e mentre lo faceva osava anche definirsi di sinistra!”.

“Assolutamente no, non ha niente a che vedere con la durata del governo che è impegnato fuori dal Palazzo a far fronte alle priorità del paese e in Parlamento a fare la legge elettorale”. Così, a margine del question time alla Camera, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nega, parlando con i giornalisti, una relazione tra il referendum sui due quesiti del Jobs Act ammessi dalla Consulta e la vita dell’attuale governo.

Giuseppe Raciti.

 

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