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LA CONSULTA BOCCIA IL REFERENDUM SULL’ ART. 18
11 Gen 2017 15:24
Il referendum sull’art. 18 non si farà: la Corte Costituzionale ha deciso che il quesito è inammissibile.
Il referendum puntava ad eliminare le modifiche fatte dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa.
Sono stati dichiarati ammissibili invece i quesiti sui voucher e sulla responsabilità in solido appaltante-appaltatore.
Ovviamente non sono mancate le reazioni politiche in risposta alla decisione della Corte Costituzionale.
“Dalla Consulta – attacca Matteo Salvini, leader della Lega Nord – sentenza politica, gradita ai poteri forti e al governo come quando bocciò il referendum sulla legge Fornero. Temendo una simile scelta anche sulla legge elettorale il prossimo 24 gennaio, preannunciamo un presidio a oltranza per il voto e la democrazia sotto la sede della Consulta a partire da domenica 22 gennaio”.
“Non commento il no della Consulta – dice il parlamentare del Movimento Cinque Stelle Danilo Toninelli – al referendum sull’art.18 ma il Governo non canti vittoria: il Jobs Act è veleno per economia e lo aboliremo”.
“Questa primavera – commenta il vice presidente della Camera dei deputati, Luigi Di Maio – saremo chiamati a votare per il referendum che elimina la schiavitù dei voucher. La Corte Costituzionale ha appena dato l’ok. Sarà la spallata definitiva al Pd, a quel partito che ha massacrato i lavoratori più di qualunque altro e mentre lo faceva osava anche definirsi di sinistra!”.
“Assolutamente no, non ha niente a che vedere con la durata del governo che è impegnato fuori dal Palazzo a far fronte alle priorità del paese e in Parlamento a fare la legge elettorale”. Così, a margine del question time alla Camera, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nega, parlando con i giornalisti, una relazione tra il referendum sui due quesiti del Jobs Act ammessi dalla Consulta e la vita dell’attuale governo.
Giuseppe Raciti.
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