LA COMPAGNIA FILODRAMMATICA LA RIBALTA SPOPOLA AL TEATRO DON BOSCO A RAGUSA

Il grande volpone Maurizio Nicastro, direttore artistico della Rassegna amatoriale in corso a Ragusa (ma anche a Comiso ed a Pedalino) sorrideva sotto i baffi quando salito sul palcoscenico per salutare gli spettatori ha visto un pienone straordinario al Don Bosco; non c’erano più posti e quindi non pochi hanno alzato i tacchi e sono ritornati indietro. Il buon Maurizio sostiene che la rassegna diventa ogni giorno più conosciuta e quindi la gente viene al teatro. Forse ci sarà qualche altro motivo a far correre gli spettatori e uno di questi potrebbe essere anche il valore delle piccole (ma grandi) compagnie che si esibiscono. Domenica sera ad esempio con “sogghira e nora “ con sottotitolo “cani e ghiatti”ha fatto sbellicare dalle risate le oltre 400 persone (tante ne contiene al massimo il teatro Don Bosco) non solo perché tutti gli attori sono stati veramente bravi ma anche perché il tema è uno dei più reali e  diremmo correnti stati d’animo nelle famiglie che in generale vedono i continui litigi tra questi due personaggi che stereotipati quanto si vuole alla fine sono proprio quelli interpretati dalla magnifica suocera di cui peraltro lo sprovveduto cronista non ha fatto in tempo a scrivere il nome (mancava peraltro il programma di sala, cosa assai grave ma comprensibile ) ma anche del figlio, della nuora, della vicina di casa. Ma tutti ,dicevamo, sono stati bravi a cominciare dal regista Carmelo Di Martino che è anche presidente del club teatrale e che ha diretto gli attori con una maestria inusitata. Ogni personaggio si è quindi calato nella parte che a volte era veramente la trasposizione di una reale figura al di là degli stereotipi ma vera palpabile ne riconducibile da parte di ognuno del pubblico ad una figura conosciuta vista, contigua al proprio vissuto  Maurizio Nicastro con quella fuga al Naselli di Comiso per il suo lavoro “Beata Gioventù,” ha perso tanto per non aver visto “sogghira e nora” ma ci sarà modo di rivedere il lavoro o quanto meno un altro lavoro  della stessa compagnia. Scenografia ridotta al lumicino come al solito perché ci vogliono investimenti quando si fa un nuovo lavoro, soldini che non  ci sono e che almeno questa volta sono stati suppliti da un impegno straordinario da parte degli attori due o tre dei quali davvero stratosferici e degni di far parte di una grande compagnia.

 

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