LA CATEGORIA DEL CRETINO

Da tempo scrivo questa rubrica e da tempo registro e annoto quello che si agita intorno ad essa. Praticamente da quando l’ho varata sono seguito affettuosamente da un lettore del giornale che trae felicemente spunto dalle mie cose per esercitare proficuamente la sua spiccata propensione all’aggressività, al dileggio, alla polemica offensiva. Credo abbiate capito a chi mi riferisco e credo anche che ognuno si sia fatto la sua idea della faccenda, che generalizzando un po’ è poi nient’altro che la faccenda delle regole di comunicazione nel web, specie nei sotto ambiti dei blog e dei social network.

Chi mi conosce sa che ho una forte indole ottimistica , cosa che mi induce a pensare come dietro le frequenti esternazioni che rasentano in alcuni casi la cafonaggine si celi in realtà nient’altro che il desiderio di fare chiasso, quest’ultimo essendo da tempo un valore perseguito nei più diversi contesti in cui si parla o si scrive. Perché chiasso vuol dire chiasso, cioè facile captazione della curiosità, e dunque attenzione, contatti, share (per dirla con un termine à la page).

Potrei persino arrivare a pensare che un tale tipo di “gioco” giornalistico faccia appunto….. il gioco della testata, che non può rinunciare a quel tanto di spezie che rendono più saporito e piccante il contatto coi lettori.

Ma il mio ottimismo viene totalmente risucchiato dalla forza delle mie convinzioni in materia di “buona educazione” quando si va a spasso nel web.

Cercherò di essere chiaro:

1.      La pratica dei nickname è insulsa e offre un formidabile incentivo alla disseminazione di cretini nei luoghi dove si parla e si scrive.

2.      I commenti di un blog non sono liberi: vengono filtrati. E dunque mi chiedo quale senso possa mai avere decidere di pubblicare un commento che tralascia completamente il merito dell’articolo, per concentrarsi sulla persona che l’ha scritto!

3.      Per  ulteriore approfondimento del punto 2. va detto che il “gesto” comunicativo del bypassare il contenuto per concentrarsi sull’interlocutore ha una qualità precisa: quella della meta-comunicazione, che implica sempre la proposizione di un divario di ruolo fra qualcuno che sta up e qualcun altro che sta down.

4.      Ospitare un tipo di commenti che tendono al “cyberbullismo” (quanto meno nelle intenzioni di chi li posta) riesce solo a far scendere di livello la qualità complessiva del giornale, dal momento che i lettori preparati, educati, civili salteranno a piè pari tutto ciò che ha una certa intestazione, mentre offrirà cibo fresco solo ai lettori bisognosi di carne cruda!

Concludo rammentando che il Direttore aveva fatto sapere, per suo stesso pugno, di non intendere più dare spazio a questo costume becero. Come è andata poi…

 

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