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La casa delle donne, esperienze a confronto
04 Dic 2023 09:00
Di Giuseppina Tesauro
Dal primo gennaio ad oggi le donne uccise in Italia sono state 105: un femminicidio ogni due giorni. La violenza contro le donne è un fenomeno in crescita, tanto che il 2023 registra già più vittime dello scorso anno. Secondo i dati Istat l’autore degli omicidi, in cui le vittime sono donne, il 92,7% delle volte è un uomo. Le analisi dei dati confermano che la maggior parte dei delitti sono commessi in ambito familiare/affettivo dal partner, ex partner o parenti.
Il 27 novembre, presso la Biblioteca delle donne all’interno della Biblioteca civica Giovanni Verga di Ragusa, durante il convegno “La rete antiviolenza: lo sportello ascolto per le donne e il numero di pubblica utilità 1522, il progetto sagittario e la misura reddito di libertà. Esperienze a confronto” sono stati affrontati diversi temi riguardanti la violenza di genere e i mezzi di contrasto al fenomeno del femminicidio.
Il sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì, l’assessore alle Pari opportunità Elvira Adamo e l’assessore alla Pubblica istruzione Catia Pasta, presenti all’evento, hanno sottolineato l’importanza della cooperazione fra associazioni del territorio e Istituzioni per una sinergia di intenti, volta a far crescere la comunità. Un lavoro che si concretizzi in una formazione del senso civico e dei valori soprattutto fra i più giovani, fra i quali si è evidenziato come l’intervento delle famiglie a volte sia latente. Idee condivise dalle rappresentanti delle Associazioni, operanti nella città di Ragusa, ospiti al Convegno.
La presidente della Casa delle Donne, Lisa Iudice, coordinatrice dei lavori, ha esposto quali sono gli obiettivi principali dell’associazione, in primis la necessità di un intervento presso le scuole. È fin dai primi anni di vita che bisogna intervenire nel formare la coscienza dei futuri cittadini, “ma non parlando di violenza ma di pace, amore, uguaglianza, valori che oggi si vanno sempre più sgretolando. Un’educazione volta all’affettività, al rispetto per l’ambiente, all’accoglienza del prossimo”. Cominciare, dunque, dalla trasmissione di idee positive per arrivare solo in un secondo momento ad affrontare il tema della violenza.
La Casa delle donne fornisce sostegno alle donne anche attraverso gli sportelli di ascolto, “le donne spesso sentono il bisogno di parlare con qualcuno – dice Luisa Iudice – che le ascolti e di cui sanno che possono fidarsi e non essere giudicate. Molto spesso accade che le vittime di violenza facciano un passo indietro nel denunciare, per non essere etichettate dalla comunità come coloro che distruggono l’unità familiare, togliendo la stabilità ai figli”.
La vicepresidente Gianna Di Martino ha fatto cenno a una ricerca da lei condotta insieme ad altri partners, oggetto di pubblicazione. Il lavoro ha rilevato dati importanti per lo studio della violenza e della differenza di genere, la cui proiezione non ricade solamente sul territorio ragusano, ma ha un raggio più ampio.
Il reddito di libertà
La Casa delle donne è una rete che coinvolge diverse realtà come l’associazione Work in Progress Floridia (Sr), la cui presidente Cristina Sanzaro ha sottolineato l’importanza del reddito di libertà, come un mezzo per aiutare molte donne ad uscire dalla spirale della violenza e prevenirla. Una delle motivazioni che spesso legano le vittime ai loro aguzzini è proprio il ricatto economico. Afferma Cristina Sanzaro, con dati certi alla mano, che “esistono vari tipi di violenza. Non esiste solo quella fisica tangibile o quella sessuale, ma c’è una violenza impalpabile altrettanto pesante, quella psicologica generata dalla dipendenza economica. Questo genere di violenza relega le donne ad una sorta di schiavitù, a una impossibilità a muoversi verso un empowerment personale”. Prosegue Sarzano, “quando non c’è l’indipendenza economica la donna non avrà la forza di andare a denunciare e intraprendere un percorso in autonomia”.
Legge Roccella
Angela Allegria è l’avvocata della Casa delle donne, nel suo intervento c’è molto del sentimento di chi ogni giorno si trova a combattere contro un reato che sembra dilagare a macchia d’olio. Poiché il sistema giudiziario, malgrado le continue innovazioni, ancora non sembri garantire l’incolumità delle donne che sporgono denuncia. Una quotidiana lotta che si svolge ad armi impari, in cui, come ci dimostrano le statistiche, purtroppo ad avere le peggio è sempre l’universo femminile. In questi giorni l’attenzione mediatica è rivolta alla morte della giovane studentessa Giulia Cecchettin avvenuta per mano del suo ex fidanzato Filippo Turetta. Un femminicidio che ci rimanda a quello di tante altre donne con le quali Giulia ha finito, suo malgrado, per condividerne la tragica fine. Un ex compagno che non si rassegna alla conclusione di una storia, perché vede la compagna come un oggetto di sua proprietà. Ormai “ci si è resi conto – afferma l’avvocata – che in Italia, a livello politico, non possono esistere differenze di valori di destra o sinistra o centro di fronte a un’emergenza seria, culturale e affettiva come quella che stiamo vivendo, perché siamo proprio in guerra”. Così si è arrivati al disegno di legge Roccella, che è stato approvato dal Senato con alcune modifiche rispetto al testo del Governo e oggi è diventata legge. Diciannove articoli che prevedono nuove misure di contrasto alla violenza di genere, rafforzamento delle norme del Codice Rosso per la tutela delle vittime di violenza e delle norme di prevenzione, con indicazioni per scuola e famiglia responsabili della formazione dei giovani.
Progetto Sagittario
Conclude gli interventi lo psicologo Paolo Cutrera, che inquadra il maltrattante non solo nel profilo di un disturbo narcisistico della personalità, ma anche in quello della gelosia patologica, “che prevede un’emozione di base: la paura che poi diventa rabbia e che spesso gli uomini non riescono, nel terzo passaggio, a trasformare in tristezza. La paura, – spiega lo psicologo – genera un’ossessione (sapere cosa fa la compagna), che fa salire l’ansia e tira fuori emozioni negative difficili da gestire, che attivano strategie disfunsionali, come il controllo della vita della vittima”. Continua Cutrera “ Questo placa l’ansia del maltrattante a breve termine, che comincia a prevedere altri controlli innestando una catena che è propria nel disturbo ossessivo compulsivo, fondamentale nella gelosia patologica”.
Esistono però uomini che riescono a capire di avere difficoltà nelle loro relazioni affettive, perché magari agiscono in modo violento all’interno della famiglia o con il proprio partner. Per questi uomini, che si rendono conto di avere bisogno di un aiuto professionale per risolvere il loro problema, è stato creato il progetto Sagittario, rivolto a tutti coloro che vogliono iniziare un percorso di recupero e/o comprensione della loro sfera emotiva. Il punto di ascolto telefonico è attivo presso la Casa delle donne ogni mercoledì e sabato dalle ore 18.00 alle ore 20.00.
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