LA BUVETTE DI PALAZZO DEI NORMANNI, PENTITI MA NON TROPPO

Dopo diversi si dice, è venuto fuori il listino delle consumazioni alla buvette dell’Assemblea Regionale Siciliana. Su iniziativa di attivisti del Movimento 5 Stelle, sono stati pubblicati, e ripresi dalla stampa nazionale, i prezzi del listino riservato agli Onorevoli, alcuni obblighi a cui deve sottostare la Società che ha in appalto il catering, fra cui la selezione del personale e il loro trattamento economico.

Non voglio entrare nel merito delle scelte fatte nel passato, anche perché sono del tutto convinto che uno spreco di questo genere, o meglio, forse, un lusso da caricare sulle Casse Regionali, non è il solo fra quelli esistenti in Sicilia e in Italia, per cui, è pretestuoso gridare al singolo scandalo. Sono anche convinto che ci sarebbero ben altre cose importanti da porre all’attenzione.

Né si vuole essere così ingenui da pensare che un contratto di questo tipo possa essere risolto in quattro e quattro otto, anche perché occorrerà verificare i costi da sostenere per la revoca, coontrollando se per caso lo chef, per esempio, trovandosi in funzione apicale, possa avere il diritto di aspirare ad un posto di Direttore Generale o, addirittura di Assessore, cosa per cui, forse, sarebbe meglio tenersi la pasta al forno a 2 euro e 25 centesimi.

Ciò non toglie che, così come si dovrebbe intervenire al più presto, per quanto in oggetto, allo stesso modo vanno ricercati e segnalati gli altri casi di cattiva gestione della cosa pubblica.

Bene fa il movimento a sollevare questioni di questo tipo, anzi sarebbe opportuno conoscere il totale dei costi con le singole voci di esborso, cosa per cui, sicuramente, gli Uffici preposti dell’Assemblea saranno disponibili a fornire tutte le delucidazioni e i chiarimenti richiesti.

Il problema è invece sostanziale per quello che riguarda le singole posizioni dei parlamentari e, soprattutto, la voglia di trasparenza e buona politica di cui tutti si vantano. Prima che vengano fuori questi fatti, tutti sono concordi nel volere rinnovamento, cambiamento e ordine nella gestione della cosa pubblica, non c’è un solo politico che dica cosa contraria, anzi si sottolinea la legittimità delle aspirazioni dei cittadini.

Scoperto il vasetto della marmellata quasi vuoto, scommetto che nessuno ha mai mangiato alla buvette.

Addirittura, e a questo ci siamo anche abituati, ci potrà essere qualcuno che dirà che 38 centesimi per un cornetto è il prezzo giusto e che un pranzo a 11 euro è normale, come pure ci sarà qualcuno che non sapeva che il prezzo sarebbe stato poi integrato, cosa di cui nessuno dubita.

Una volta venuta fuori la situazione, però, si aspettano comportamenti consequenziali, non solo da parte della Regione ma anche da parte dei commensali che, per primi devono pretendere di pagare il giusto, senza, però, andare poi in aula e approvare una leggina per l’assegnazione di un buono pasto adeguato, cosa che, forse, ci consiglierebbe di lasciare le cose come stanno.

Aspettiamo di vedere cosa nasce.

 

Principe di Chitinnon

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