LA BIBBIA (PARTE IV)

Prima della presentazione del libro della Genesi, credo sia opportuno spendere due parole riguardo il Pentateuco

Questo testo fondamentale per gli Ebrei è chiamato anche Torah (Legge) è composto da cinque libri (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio), da qui il nome greco.

Questo insieme di scritti nella forma che si conosce attualmente è stato compilato, pare, verso la seconda metà del V secolo a. C., ma le sue radici sono molto più antiche. All’inizio era solo orale e solo in un secondo tempo è diventato un testo scritto. L’attività letteraria si sviluppa soprattutto all’epoca della monarchia, con la sua stabilità e a partire dal X secolo, a Gerusalemme, si forma la raccolta jahwista e poco tempo dopo segue quella elohista e nell’VIII e VII secolo, in seguito all’attività dei profeti, si forma il codice e i discorsi del Deuteronomio. Infine durante la cattività babilonese (VI sec.) i sacerdoti ripresentano, tenendo conto del loro sapere e cultura, la storia di Israele (fonte sacerdotale).

Il Pentateuco nasce da questo insieme di fonti e tradizioni, ecco perché la presenza di vari codici legislativi che si ripetono e doppioni di narrazioni, perché ogni tradizione imprime proprie accentuazioni religiose, un proprio stile.

La prima, jahwista, presenta Dio con il suo nome Jahwe fin dagli inizi. Essa intende rispondere ai grandi interrogativi che tutti gli uomini si pongono e mette in luce che il Signore si è legato ai discendenti di Abramo.

Ha uno stile vivace e pone in scena Dio in vesti umane per far comprendere che Egli è vicino all’uomo e lo ama.

Più sobria è invece la tradizione elohista, chiama Dio Elohim (nome comune per indicare la divinità), lo evidenzia più esigente, ne sottolinea la superiorità e lo separa maggiormente dall’uomo: Dio parla in sogno agli uomini o tramite angeli. Infine, la tradizione sacerdotale, predilige cifre e genealogie; ogni tappa della storia (Noè, Abramo, Mosé) è segnata da una nuova alleanza; si preoccupa soprattutto delle leggi e delle istituzioni culturali e i racconti sono improntati a questo legalismo.

GENESI

Il libro della Genesi risulta dall’apporto delle tre fonti che si trovano mescolate tra loro  anche in uno stesso racconto. Malgrado ciò, il libro è unitario, perché la tradizione sacerdotale ha dato una struttura organica al testo. Vi sono la storia delle origini (capitoli 1-11) e la storia dei patriarchi (capitoli 12-50).

Comincia con la presentazione mitica della creazione, usando anche elementi di antiche tradizioni per narrare le origini. Spiega anche come il male, la sofferenza e la morte  sono entrati nel mondo con il peccato di Adamo ed Eva. La promessa di una salvezza, fa emergere fin dall’inizio quale sia il senso di tutta la storia biblica.

L’estensore del testo ha compilato queste pagine utilizzando  genealogie sempre più ristrette per stabilire una linea continua dalla creazione di Adamo, dalle origini oscure dell’umanità fino agli inizi di Israele. In questa maniera fa apparire la creazione come il primo atto della storia della salvezza.

Da notare che l’attuale  progresso degli studi riguardo la storia, le leggi e le consuetudini di vita dell’Oriente antico, affermano che i racconti popolari sui patriarchi si fondano su memorie vere, trasmesse con intento di fedeltà.

Gli scrittori sacri risalgono in questo modo al passato per dimostrare che il Creatore ha stretto vincoli particolari con Israele.

Attraverso il suoi antenati questo popolo ha goduto la preferenza dell’Altissimo, che lo ha scelto per la missione speciale  a vantaggio di tutta l’umanità e gli ha promesso anche una terra. Questo disegno d’amore viene accolto da Abramo con grande fede, ma il Signore  può affidare la sua promessa anche a un peccatore come Giacobbe, per dimostrare che il suo amore è gratuito; così, ad esempio, può volgere ai suoi fini un’azione odiosa e riprovevole come quella dei fratelli di Giuseppe.

In sintesi, la seconda parte del libro risponde alla prima: infatti per salvare l’umanità colpevole, Dio entra nella storia e si vincola, per un determinato tempo e a un dato popolo. Vediamo che sceglie Abramo piuttosto che Lot, sceglie Isacco invece di Ismaele, Giacobbe e non Esaù, ma un giorno tutti i popoli saranno benedetti in Abramo.

Le promesse enunciate nella Genesi trovano il loro compimento nel Cristo e nella Chiesa. La storia dei patriarchi è la nostra storia.

Versetti- chiave:

Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. (Genesi 1, 31)

Il Signore disse ad Abram:

“Vattene dal tuo paese dalla tua patria

e dalla casa di tuo padre,

verso il paese che io ti indicherò.

Farò di te un grande popolo

e ti benedirò,

renderò grande il tuo nome

e diventerai una benedizione.

Benedirò coloro che ti benediranno

e coloro che ti malediranno, maledirò,

e in te si diranno benedette

tutte le famiglie della terra” . (Genesi 12, 1-3)

 

 

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