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L’ UNITRE DI SANTA CROCE RIPRENDE E LANCIA LA CULTURA GASTRONOMICA SANTACROCESE
20 Apr 2012 16:44
Tra tutti i riti che la storia dell’umanità ha visto nascere, progredire e rinnovandosi giorno dopo giorno vi è quello del pasto.
Si è sempre mangiato e cercato di nutrirsi quanto meglio possibile. Da sempre, l’arte del cucinare è stato affidata alla donna. Ma i grandi chef sono uomini. La cucina maschile molto spesso è fragrante e perfetta come quella della mamma, della nonna e di tutte le antenate cuciniere.
Quanti oggi giunte alla soglia dei 50 anni, ricordano il profumo ed il sapore del pane fatto in casa, e che in ogni casa genitoriale esisteva il forno a legna, fatto di pietra. In ogni casa settimanalmente si faceva il pane. Era il forno, che con il pane caldo appena sfornato ci permetteva, nelle fredde sere invernali, di coricarci e rannicchiarci in un letto caldo, reso profumato dall’odore inebriante del pane.
Nel ricordo vi è la preparazione del pane, era un rito; la semola veniva setacciata nel cosiddetto crivu (setaccio), dopo si procedeva all’impasto della semola di grano duro rimacinata, quindi la levitazione con l’utilizzo del lievito naturale, fatto in casa: u criscenti.
L’impasto era amalgamato manualmente nella maidda, successivamente veniva messo nella briula, una tavola a forma di figura femminile, alla cui testa, tra due tavolette parallele vi è ancorata l’estremità di una stanga robusta, detta sbriuni, intanto il forno caldo era pronto per ricevere a nfurnata.
La panificazione casalinga era compito tipicamente femminile.
La pratica della panificazione casalinga ed altre pratiche culinarie, oggi in fase di regressione in tutto il territorio siciliano, conferivano all’ambiente forti riferimenti culturali e sociali; in particolare il profumo del pane appena sfornato, frammisto all’aroma della legna bruciata, caratterizzava l’atmosfera, che appariva, pertanto, particolarmente ricca di sacralità.
Difficilmente tutto ciò può essere compreso dalle nuove generazioni. Per loro il pane è solo uno degli alimenti e nemmeno dei più importanti. Sconoscono persino il concetto di companatico, per il semplice motivo che consumano il secondo senza pane.
Fino agli anni cinquanta i cereali concorrevano per circa e forse anche oltre il 60%, alla formazione delle disponibilità caloriche, il pane e la pasta erano gli alimenti a più buon prezzo. Poi, l’esodo rurale, il progressivo miglioramento delle condizioni economiche dei ceti meno abbienti, l’aggressione pubblicitaria e l’affermazione del modello consumistico cambiarono le abitudini e gli stili di vita delle popolazioni. E posero fine alla panificazione domestica e a quanto essa rappresentava.
Uno degli intellettuali comisani, Gesualdo Bufalino, ha descritto la ritrovata gioia di vivere, nell’addentare una “porzione cospicua” di pane..
… Sulla soglia d’una casa di contadini una ragazza ci offriva il miracolo di tre quattro immensi pani bianchi, fragranti, appena usciti dal forno … col mio bottino d’una porzione cospicua, artigliata fra le unghie … la mangiai e mai mi sono sentito così “naturale”.
Naturalmente era la fame. Era il periodo bellico.
La nostra isola è ricca. Dobbiamo molto, se non tutto, al mare e a quegli intraprendenti marinari greci e fenici, che ci spalancarono il cammino verso la civiltà.
Quando il resto dell’Italia stava nel buio della storia, nell’isola si scopriva la fragrante pasticceria araba, divenuta nei secoli rappresentazione gastronomica della nostra propensione agli eccessi nell’assunzione di calorie: la frutta candita, le paste di mandorle, la ricotta lavorata con la cannella.
La nostra leggendaria ospitalità esprime il bisogno ossessivo di sentirci apprezzati, di sapere che siamo considerati unici, come unici riteniamo che siano il nostro sole, il mare, il clima, il cibo, la nostra intelligenza e l’astuzia. Sommergiamo l’ospite, qualsiasi ospite, di doni e di carinerie non per esserne ricambiati, ma affinché egli ci creda sulla parola quando gli racconteremo la nostra verità.
Noi dell’Unitre, dedicandoci a frate corpo, speriamo con arte e intelligenza, lodiamo il Creatore che fa produrre a madre Terra “svariati frutti ed erbe” per il nostro benessere e affidiamo il “Manuale di cucina” alle nostre generazioni, che oggi 20 maggio 2012 presentiamo presso la Biblioteca comunale di Santa Croce Camerina.
E’ vero che la donna moderna esplica ormai la sua attività in ogni campo e non ha molto tempo disponibile per attendere ai fornelli. Ricorriamo alle scatolette, nelle quali si può conservare ogni ben di Dio e che consentono di allestire un pranzo in un baleno. Ma veramente amiamo questa soluzione o preferiamo ancora, sulla nostra tavola, il piatto genuino e ben condito. Amiamo la minestra gustosa, la carne preparata secondo le ricette più varie, le verdure dell’orto e i condimenti più adatti, certo tutto questo esige preparazione, sensibilità, gusto, conoscenza delle regole d’arte lavoro ed esperienza pratica, ma vuoi mettere?
Il libro di cucina presentato oggi differisce dagli altri ricettari di cucina in quanto questo è frutto diretto dei ricordi degli anziani e di quelle ricette che, tramandate da bocca in bocca, hanno sfidato i secoli. La salute dei familiari è affidata in buona parte alla cuoca, la Bibbia ci ammonisce con un detto antico quanto il mondo: “Non c’è cosa più preziosa della salute” (Ecli. 30,16).
Eliza Acton, scrittrice inglese di libri di cucina del secolo scorso notava nel suo “The English Bread Book” ( Il libro inglese del pane): “ Questa idea esagerata delle difficoltà e dei fastidi che comporta la preparazione del pane in casa è frutto solo di ignoranza”.
Con quanto narrato nel nostro libro abbiamo fatto vedere come per preparare il pane occorrono pochi e semplici utensili.
Sempre più consumatori chiedono di sapere da dove proviene e com’è composto il cibo che mangiamo, forse bisogna riscrivere la nostra storia a partire dal cibo e noi donne scegliere un accessorio utile per il nostro fashion il grembiulino da cucina. E allora donne rimettiamoci questo grembiulino. Ciò ci farà sentire vere domestic-dive! Ritorniamo a volerci bene, ritorniamo a cucinare, Cucinare sano con le ricette indicate nel libro che oggi abbiamo presentato.
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