JAZZ CONTRO PARTITA: 1 A ZERO, ANZI PAREGGIO

Piazza Enriquez è piena, mentre altrove l’Italia lotta disperatamente per la qualificazione; anche Vittoria, le strade  insolitamente deserte, tace: se ne sente il respiro ansioso, affannato a inseguire una palla che non vuole sentirne di andare in rete.

Ma non si può perdere  Francesco Cafiso in concerto si dicono tanti – molti sono venuti da fuori provincia e  dai villaggi-vacanze presenti nel territorio – e allora, con il cuore a pezzi,  si va all’appuntamento “costringendo” gli artisti a suonare, magari anche loro in apprensione per le sorti della Patria.

Quando le note riempiono la piazza, ogni conflitto si placa: Francesco, è proprio in uno stato di grazia. Il pubblico si perde dietro i suoi virtuosismi e   gli assolo di Dino Rubino, accompagnati da musicisti del valore di Giovanni Mazzarino, al piano, e  Rosario Bonaccorso al basso. Certo, di tanto in tanto, qualche telefonino qua  e là si accendeva; non si poteva restare del tutto insensibili.

Poi un brusio lieve, sommesso, liberatorio, di fila in fila: abbiamo vinto!

La notizia sicuramente è arrivata anche sul palco. Sarà un’impressione, ma anche la musica è diventata diversa, come diversi sono, senza che se ne siano accorti, gli spettatori. Spariti i telefonini, gli sguardi distesi, contenti, completamente abbandonati alla gioia di interpretazioni jazzistiche di altissimo livello. In fondo è bello sentirsi italiani.

Il festival chiude; un’esperienza esaltante non solo per gli intenditori e i critici. Un concerto di musica jazz è pura emozione; è la possibilità, come ho già scritto, di andare oltre, dentro l’anima dell’artista di cui si percepiscono, fino a quasi sentirle e farle proprie, le più intime vibrazioni.

È stato così sabato 23 giugno  per l’esibizione del grande Enrico Intra, che ha incantato con il suo jazz colto, di respiro europeo;

È stato così per tutti gli altri appuntamenti che hanno fatto di questo festival un evento  speciale, un gioiello per  l’intero territorio ibleo. Voglio ricordare le parole  con le quali  il sassofonista Stefano di Battista  ha chiuso il suo concerto d’apertura: in questa terra meravigliosa, bellissima, è nato un talento, un talento puro, di quelli che nascono ogni mille anni…Un suo  omaggio a Francesco Cafiso, a Vittoria, a questa  nostra Provincia che poteri miopi si ostinano a volere tenere fuori  dai circuiti turistico- culturali. Una provincia spesso dimenticata che però ha avviato un grande movimento di resistenza culturale che i media hanno il dovere di sostenere e amplificare.

 

 

 

 

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