IT Capitolo 2: un film ambizioso, quasi una commerdia dalle tinte horror

Dopo 27 anni di silenzio IT torna a tormentare i perdenti e la città di Derry. Stavolta, però, il conto rimasto in sospeso va pagato fino alla fine. E la battaglia, come si sa, ha sempre un prezzo.

E’ uscito nelle sale cinematografiche l’attesissimo Secondo Capitolo di IT e noi siamo andati a vederlo per voi.

Il Primo Capitolo è andato in visione nel 2017 ed è stato un grandissimo e meritatissimo successo. I ragazzi che hanno interpretato la banda dei perdenti sono stati fenomenali e il film, pur tradendo in parte la storia del capolavoro di King, è stato apprezzato dal pubblico per la sua forza visiva e per la bella prova sullo schermo di tutti gli attori, compresa quella di Bill Skarsgård nel ruolo del malefico clown Pennywise (e non era facile, visto che il Tim Curry aveva aveva interpretato un ottimo IT nella miniserie televisiva del 1990).

Il Secondo Capitolo, uscito nelle sale cinematografiche, è un film ambizioso ma che non esaudisce fino alla fine le aspettative degli appassionati. Ha comunque raggiunto uno scopo: intrattenere e quasi divertire il pubblico.

La storia è nota: siamo a Derry e i perdenti sono andati via dalla città e tutti hanno avuto grande successo nella vita lavorativa. Mike è l’unico rimasto a Derry e si accorge che IT ha ripreso a uccidere e così richiama tutti affinchè possano mantenere la promessa fatta col sangue 27 anni prima: tornare nel caso in cui IT fosse riapparso.

Inizia così il Capitolo finale di questa epica battaglia di uno dei più grandi capolavori dell’horror che siano mai stati concepiti. Non era facile portare sullo schermo un tale capolavoro e certamente il registra, Andrès Muschietti, in 169 minuti ha concepito un’opera ambiziosa. Ottima la scelta di far interpretare gli adulti ad attori veramente somiglianti ai bambini (che, comunque, rimandono straordinari) e anche i continui salti temporali e flash-back seguono la linea voluta da King nel suo romanzo.

La commistione fra presente e passato, il tema dell’infanzia come momento tragico dell’esistenza e il recupero dei ricordi anche a costo di immenso dolore, sono le tematiche preferite da Muschietti e che certamente sono presenti nello spirito del lavoro di King. Divertenti anche i continui riferimenti ai “pessimi finali”, che in parte prendono in giro lo stesso King, noto per non dare degne conclusioni ai suoi lavori (King che, tra l’altro, appare in un cameo nel film come commerciante di antiquariato). I dialoghi sono frizzanti, soprattutto lo scambio di battute fra Richie e Eddie, probabilmente i personaggi più riusciti di questo Secondo Capitolo, tanto da mettere in ombra Ben, Bev e lo stesso Bill.

Il finale lascia un po’ perplessi ma non per il fatto che non ricalchi quello del libro (era pressochè impossibile dare conto di una battaglia metafisica e onirica), piuttosto per la soluzione trovata dal regista che, a parare di chi scrive, risulta macchinosa.

Anche le apparizioni di IT sono meno incisive rispetto a quelle del Primo Capitolo e a volte l’effetto è leggermente kitsch.

Nel complesso è un buon film, che riesce a intrattanere nonostante la lunghezza e che a tratti risulta divertente, quasi una commedia dalle tinte horrror.

Solo per appassionati.

 

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