“Isteria e Gestalt Therapy” ad “A tutto volume” la presentazione del libro di Rosaria Lisi

È stata, alla fine dell’800, all’origine della psicoanalisi. Ed è stata a lungo, accanto alla schizofrenia, l’emblema della malattia mentale. Eppure oggi sembra scomparsa non solo dai manuali diagnostici (dagli anni ’80, infatti, non è più presente nell’elenco dei disturbi di personalità), ma anche dall’immaginario collettivo. Ma davvero l’isteria non esiste più? Con il libro “Isteria e Gestalt Therapy. Quando tutto è pertinente”, appena pubblicato da Il Pozzo di Giacobbe, la psicologa e psicoterapeuta Rosaria Lisi dell’Istituto Gestalt Therapy Kairòs, cerca e approfondisce una risposta duplice a questo quesito: da un lato dimostra quanto e come la modalità isterica continui a raccontare e ad esibire i propri sintomi, spesso ‘simulando’ altre patologie, dall’altro offre alcune piste di trattamento clinico secondo i parametri della Gestalt Therapy.
Il libro sarà presentato per la prima volta a Ragusa, nella sezione Extra del Festival letterario A tutto volume 2019: l’appuntamento è in programma domenica 16 giugno alle ore 16.30 presso l’ex Chiesa di Santa Teresa a Ragusa Ibla. Curerà la presentazione Antonella Pisana, psicologa e psicoterapeuta, dirigente dell’Asp 7 di Ragusa e del Consultorio familiare di Modica, e saranno presenti sia l’autrice Rosaria Lisi che i direttori dell’Istituto Gtk Giovanni Salonia e Valeria Conte
Si tratterà a tutti gli effetti una conversazione aperta attorno al libro che, a partire da una ricostruzione storica e dai contributi già offerti dalla psicoanalisi e dalla psichiatria, si concentra sullo specifico punto di vista della Psicoterapia della Gestalt, nella cui storia lo studio dell’isteria è rimasto sullo sfondo e che invece porta in sé proprio quelle novità, sin dalla struttura della relazione terapeuta-paziente, capaci di rendere possibile “*il passaggio dall’utero icona della paura ‘isterica’ all’utero icona dell’accoglienza della vita**,** di ogni vita, anche quella dello straniero**”*.
Come scrive infatti la Lisi in questo saggio dall’impronta fortemente narrativa e orientata a ripensare il tema nel contesto della postmodernità, “*il lavoro con il paziente isterico ripercorre **la difficile strada che ogni uomo e ogni donna, **a prescindere dalla cultura o dal momento storico in cui vivono, **attraversano nella travagliata lotta tra l’inevitabile adattamento alle richieste dell’ambiente e l’audace scelta di essere sé stessi **di fronte al mondo, una lotta che se si risolve senza vincitori né vinti conduce alla scoperta di nuove e creative possibilità di esprimere pienamente sé stessi nei diversi contesti che la vita presenta”.*
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